Carissimi amici, soci, volontari, premi San Rocco, autori della rivista, collaboratori
Illustri Autorità,
Proprio a quest’ora del 31 ottobre 1973, nello studio dello storico notaio di Gorizia il dottor Giuseppe Sardelli, venne ufficialmente costituito il Centro per la Conservazione e la Valorizzazione delle Tradizioni Popolari – Borgo San Rocco. Tre furono i fondatori: Luigi Nardin (primo presidente), il cav. Evaristo Lutman (primo vicepresidente) e Renato Madriz (primo segretario), tre figure di spicco dell’antico Borgo Goriziano, sia per tradizione familiare sia per impegno civile nella città di Gorizia.
Il “Centro per le Tradizioni” come ricordava il nostro caro don Ruggero
:“si propose fin da subito come un’associazione di persone che dovevano impegnarsi a conservare le tradizioni e a promuovere nuove forme condivise e popolari di incontro, di formazione e di festa e in effetti ci si mosse in questa direzione concreta. Ma gli anni trascorsi in fretta ci obbligarono a verificare l’invecchiamento degli abitanti e del tessuto abitativo: morivano a frotte i vecchi borghigiani e non solo i vecchi! Erano abbandonate e sempre più cadenti le case del “centro storico”, lasciate al loro misero destino dalle nuove generazioni”.
Preso atto della realtà, la neo costituita associazione si mise subito al lavoro per ridare vigore e calore alle vecchie tradizioni, cercando anche di trovarne di nuove:
- la festa di Pasqua divenne “la festa del Ritorno” per quanti negli anni si erano dispersi in città e altrove, si ripropose la tradizione del pane benedetto e si iniziò a curare la preparazione delle “fule”, il dolce povero e antico della festa di Pasqua;
- la sagra patronale, prima del 1973 organizzata da un Comitato di Sanroccari, divenne espressione del Centro per le Tradizioni in quanto ritornava ad essere la festa di tutti e per tutti, con una straordinaria partecipazione di volontari, oggi si superano le cento unità;
- le festa del Ringraziamento, tradizionale celebrazione del “grazie” della gente dei campi, si è impreziosita del grazie di ogni categoria produttiva;
- il “Premio San Rocco”, giunto alla 45ma edizione, segnalava e segnala personalità del mondo culturale, imprenditoriale, sportivo, che hanno dato lustro al Borgo e alla città di Gorizia: dal 1973 al 1985 destinato solamente ai borghigiani, e dal 1987 allargato alla città di Gorizia;
- la rivista annuale “Borc San Roc”, dove si raccolgono da 30 anni, i contributi editoriali degli storici e dei ricercatori di maggiore rilievo della città di Gorizia è un momento molto atteso durante l’anno, il nuovo numero verrà presentato proprio in questa Sala il prossimo 10 novembre alle ore 17; Negli anni questa poderosa inizitiva editoriale a prodotto oltre 3000 pagine di storia, di ricerca archivistica e sul territorio, ci ha permesso di comprendere meglio le nostre origini e oggi continua con ricercatori giovani e molto ben formati, con una grafica al passo con i tempi, ma mai dimenticando le sue motivazioni fondative;
- le proposte culturali annuali hanno sempre avuto un ruolo chiave per la nostra associazione, fin dai suoi primordi: con mostre monografiche di alta qualità, pubblicazioni, gite culturali e con la promozione del friulano, attraverso il teatro e gli scritti;
- nonché le borse di studio per studenti meritevoli sia della scuola secondaria superiore sia dell’università sono da tempo un segno della gratitudine del sodalizio verso le giovani generazioni che si impegnano a favore delle varie iniziative annuali; Devo sottolineare anche l’ottima collaborazione con le sedi universitarie che negli anni hanno dato significativi frutti come ad esempio le varie tesi di laurea dedicate al Borgo di San Rocco o la collaborazione nella pubblicazione sulla storia del Seminario minore di Gorizia, sede dell’Università di Trieste per la facoltà di architettura;
- sempre per quanto concerne i rapporti con le sedi universitarie mi piace in questa occasione ricordare il ripristino della salita al Seminario minore, intitolata a Renato Madriz, splendido collegamento naturalistico tra il Borgo e la sede accademiche che abbiamo voluto ripristinare nel 2014 e continuiamo a mantere e curare di anno in anno;
- ricordo in ultimo anche la preparazione e cura dell’orto didattico in collaborazione con la scuola elementare del Borgo “F. Rismondo” che vuole riecheggiare proprio i fondamenti del Centro per le tradizioni, cioè quel rapporto con la terra e i suoi frutti.
Ho voluto significare alcune delle nostre attività per dire a tutti voi quanto lavoro di volontariato qualificato e gioioso si trovi dietro la nostra denominazione associativa e questa occasione è certamente il momento migliore per fare dei ringraziamenti pubblici a chi mi ha preceduto del delicato compito di presidente.
Primo va il ricordo ai fondatori Luigi Nardin, Evaristo Lutman e Renato Madriz che fu veramente un’anima viva e vivace dell’associazione ricoprendo svariati ruoli in seno al consiglio direttivo, infatti fu primo segretario dell’associazione e presidente dal 1977 al 1979. Negli anni della maturità ritornò più volte nel Consiglio direttivo e si dedicò anche alla ricerca storica sul campo pubblicando memorabili articoli su diversi personaggi del Borgo e sulla sua storia, ma anche sulla vita contadina nel rione di San Rocco con particolare riferimento alla Coldiretti, un ultimo articolo presente sulla rivista Borc San Roc n° 25 può essere definito il suo testamento spirituale fin dal titolo “non possiamo permetterci di perdere questo patrimonio di storia, idee e insegnamenti”.
Rircordo poi con tanto affetto il compianto presidente Aldo Sossou, rappresentante di una delle famiglie borghigiane più antiche che trovava le sue origini proprio in quella terra che ha tanto amato fino alla fine dei suoi giorni.
Un altro ricordo doveroso è quello dedicato al presidente professor Federico Lebani che resse l’associazione per due mandati negli anni Ottanta. Fu eroe della seconda guerra guerra e finissimo intellettuale. Chi lo ricorda saprà certamente fare memoria delle sue conoscenze lettrerarie, ma saprà ricordare anche la sua gentilezza, eleganza e grande cordialità che lo contraddistinguevano in ogni occasione.
Ora un ringraziamento sincero al presidente geometra Albino Turel, che vedo qui presente, per aver saputo reggere il sodalizio in diverse occasioni con la sua sapienza e proverbiale pacatezza seppe condurre l’associazione fino alla fine degli anni Ottanta.
Poi un grande grazie va alla nostra cara Edda Polesi Cossàr, storica presidente del sodalizio, per il numero record di 11 mandati consecutivi, dal 1988 al 2008. A lei la nostra stima e il ringraziamento più sentito per aver reso possibile una notevole serie di iniziative che ancora oggi sono ben presenti nell’associazione, certamente non posso qui dimenticare che se la rivista esiste oggi è per merito di una sua intuizione avvenuta fin dal lontano 1989: pensate che il Borc San Roc doveva rimanere un numero unico e invece è giunto alla trentesima edizione del 2018.
Un sentito grazie anche ai miei due ultimi predecessori il dott. Paolo Martellani e l’ing. Marco Lutman che hanno capito l’importanza delle attività culturali del sodalizio e si sono mossi nella direzione degli scopi fondativi dell’associazione.
Un ultimo e maggiormente sentito ringraziamento va a don Ruggero che fu fin dalle origini il motore e l’ideatore dell’associazione, in questi 45 anni di vita ci ha stimolato con grande forza a continuare sulla strada della condivisione, dell’unità di intenti, del camminare insieme per fare del Borgo una vera Comunità, grazie Don Ruggero.
Vorrei completare queste mie brevi considerazioni con le parole che don Renzo Boscarol dedicò al primo numero della rivista Borc San Roc: “
Quando la memoria della comunità si fa fragile, quando le voci ancora vive del passato diventano echi del tempo che corre troppo in fretta ed uniforma ed appiattisce giorni e luoghi, nasce la paura del naufragio tra le dune del deserto incombente e con essa il bisogno di riapproprio dell’identità, di recupero delle radici; che si possono lasciare in abbandono senz’acqua nel preponderare di altre urgenze vitali, giustificate dal pragmatismo che privilegia il benessere e la semplificazione culturale, oppure si possono arricchire di linfa nuova per fare della vita comunitaria flusso di una storia nella storia, di una storia che ha la sua fonte ed il suo fiume, generazioni di altre generazioni con legami di sangue, di tradizione, di carattere che danno qualità all’essere e portano nel patrimonio esistenziale non solo la saga di un popolo, il “c’era una volta” di una gente, ma il percorso profondo del giungere da lontano con tutta la grandezza di lavoro, di conquista lenta e sofferta, di speranza che entra in noi dalla vita che ci precede”. A 45 anni di distanza ancora oggi, con strumenti diversi, le basi fondanti del “Centro per le Tradizioni” restano quelle così ben descritte da don Renzo Boscarol. Tre parole chiave che sono la sintesi di una missione: “tradizione, legami e patrimonio di vita”, sono a fondamento di un importante passato ma continuano ad essere la base solida per il futuro sia del Borgo di San Rocco sia della città di Gorizia.
GRAZIE
Questo pomeriggio vogliamo anche ringraziare pubblicamente quanti in tutti questi anni hanno lavorato mettendo a disposizione i propri talenti a favore delle tantissime attività del Centro per le Tradizioni. Così di concerto con il Consiglio direttivo abbiamo istituito l’albo d’oro dei soci onorari a vita.
Ora chiamo il nostro storico segretario il prof. Giuseppe Pepi Marchi qui accanto a me per aiutarmi nella consegna e chiedo a Vanni di procedere nella chiamata degli insigniti.