La notte del 24 febbraio una colonna del Borgo di San Rocco ha concluso la sua lunga esistenza. Aldo Sossou, classe 1930, era il decano di una delle ultime storiche famiglie del rione agricolo, i Sossou. Presenti nel territorio del Borgo si San Rocco fin dalla metà dell'Ottocento ma il cui cognome esiste nella città di Gorizia già dalla fine del Cinquecento. Aldo, figlio di Pietro e nipote di Valentino, è stato un punto di riferimento per l'antico rione. La sua storia, quella della sua famiglia e quella del Borgo si intersecano in modo del tutto singolare, le radici della famiglia sono presenti in quei valori assoluti di fedeltà, laboriosità, religiosità e attaccamento a un territorio e alle sue persone. Il legame della famiglia con San Rocco è immemorabile, la casa di via Svevo è un luogo della memoria, tutti i borghigiani hanno sempre trovato accoglienza, un sorriso, una parola in friulano e del buon vino.
Aldo è stato una presenza certa nella vita del Borgo, fin da subito ha fatto sue le ragioni, gli obiettivi, gli scopi fondanti che il neonato Centro per le Tradizioni voleva testimoniare con la sua attività di promozione e valorizzazione delle tradizioni popolari, e fin dal primo consiglio direttivo del 1973 divenne componente di quel gruppo di lavoro che rappresentava un passato antico ma con slanci verso il futuro e verso un tempo che stava rapidamente mutando . Nel 1977, esattamente quaranta anni fa, divenne presidente dell'associazione attorniato dall'ausilio di personaggi illustri del Borgo come Evaristo Lutman, Renato Madriz, Silvio Bressan e Dario Zoff, tutte importanti figure di riferimento di un mondo agricolo antico ma pronto all'innovazione e al cambiamento. Aldo continuò la sua attività in seno al Consiglio per numerosi lustri e sotto vari altri presidenti che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e apprezzarne le qualità umane, la schiettezza, la simpatia, la semplicità e la capacità di trovare sempre una soluzione condivisa a qualsiasi problema. Nel 2002 lasciò il posto di consigliere a suo figlio Pietro passando il testimone alla generazione successiva.
Aldo fu anche presidente dell'importante sodalizio che prese il nome di "Coldiretti", anche altri borghigiani ebbero questo significativo incarico e come scriveva il compianto Renato Madriz ricordando nel 2013 i 40 anni dalla fondazione del Centro Tradizioni, "aveva svolto questo incarico con mirabile dispendio di energie sottratte al lavoro dei campi e trasferito negli spazi del'alterità per un alto senso dell'appartenenza, sia micro contestuale che legato, già allora, a quel fenomeno contemporaneo che è la cittadinanza attiva". E proprio questa sentita appartenenza faceva di Aldo anche un fedele cantore della storica Corale del Borgo "Santa Lucia", per decenni come "basso" ha dato voce alle tantissime messe che si susseguivano durante l'anno liturgico, con fedeltà e continuità, caratteristiche di un mondo antico e di uomini dal'altri tempi che sapevano trovare il tempo e la forza per proseguire una delle tradizioni più antiche del rione.
Aldo Sossou rimarrà nel ricordo di tutti e il suo esempio ci sprona a fare ancora di più e meglio e a portare avanti con slancio quegli stessi principi e obiettivi che hanno segnato tutta la sua lunga esistenza: rispetto, lavoro, pazienza, saggezza e amore per il suo Borgo.
I funerali avranno luogo a San Rocco lunedì 27 febbraio alle ore 11, la Corale del Borgo lo ricorderà con il canto.
Aldo Sossou, classe 1930, era il decano di una delle ultime storiche famiglie del rione agricolo, i Sossou.
La sua storia, quella della sua famiglia e quella del Borgo si intersecano in modo del tutto singolare, le radici della famiglia sono presenti in quei valori assoluti di fedeltà, laboriosità, religiosità e attaccamento a un territorio e alle sue persone.
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