Chi passeggia nella zona di san Rocco può notare il segno indelebile e duraturo dell’amore che l’architetto Goriziano Antonio Lasciac (1856 – 1946) ebbe per il suo Borgo natio. Quando Lasciac venne al mondo (in via Parcar 3) nella piazza del Borgo esisteva già un pozzo di acqua potabile che veniva chiamato “poz dal patriarca” o “casson”, consistente in una cisterna quadrangolare dove i borghigiani erano soliti raccogliere l’acqua per gli usi domestici. L’idea di dotare la piazza di una nuova fontana ebbe luogo agli inizi del XX secolo proprio quando l’arch. Antonio Lasciac era già divenuto un famoso e affermato architetto in Egitto ma meditava il suo ritorno in patria. Nel 1906 si formò, su proposta di Giuseppe Pincherle Presidente della locale società d’abbellimento “Progresso”, un “Comitato pro fontana di San Rocco” con lo scopo di provvedere allo smantellamento del “casson” che ormai si trovava in uno stato di totale e irreversibile decadenza. Il Lasciac venne interpellato per riqualificare la zona della piazza, valorizzando anche la chiesa che nel frattempo era stata elevata a parrocchia, ed egli accettò in modo disinteressato per rendere omaggio al suo Borgo. Le spese per la realizzazione della fontana furono calcolate in 4000 corone e la somma venne coperta dalla generosità dei borghigiani. Il progetto datato 28 agosto 1908 ottenne l’approvazione del Municipio il 14 novembre dello stesso anno. Lo scalpellino Goriziano Francesco Podbersig si occupò della costruzione e messa in opera del monumento che venne collocato dinanzi la chiesa nei primi giorni di aprile del 1909, proprio nello stesso sito in cui alloggiava il vecchio “poz”. Nella zona si trovavano anche quattro grandi ippocastani che vennero abbattuti per rendere possibile la realizzazione dell’imponente fontana – obelisco. L’inaugurazione avvenne, in un clima di festa e tripudio, domenica 25 aprile 1909, il podestà sen. Giorgio Bombig giunse in carrozza, annunciato dalla marcia “Viva Gorizia” eseguita dalla banda civica diretta dal Maestro Vitaliano Bianchi, e rivolse al comitato promotore e al Podbersig le più vive congratulazione per il rapido ed eccezionale lavoro svolto. La piazza era completamente decorata e abbellita da drappi e bandiere e alle 10 il Parroco don Carlo de Baubela, accompagnato dal suono delle campane, benedisse l’opera, immediatamente quattro fanciulle del borgo, Giuseppina Culot, Giuseppina Francovig, Gisella Caterina Madriz e Maria Zottig, rivestite con i tipici “tabini” settecenteschi, ebbero l’onore di raccogliere la prima acqua. La fontana continuò a servire i suoi borghigiani per lunghissimo tempo, superò due guerre mondiali, vide la ricostruzione post bellica della chiesa e del borgo, ma con l’avvento dello sviluppo automobilistico si aggravò il problema della viabilità della piazza e così, tra il dicembre del 1968 e il marzo del 1969, il grande monumento fu smantellato e ricostruito dove lo si può ammirare ancora oggi, in centro alla piazza, circa una decina di metri più indietro del luogo originario.
Per approfondire consulta:
LA FONTANA MONUMENTALE DI PIAZZA SAN ROCCO (25 APRILE 1909 – 2009)