Gorizia è nata come città orientata verso la pianura veneta, pur servendo anche da centro di riferimento per le vallate dell’Isonzo e del Vipacco.
Infatti una localizzazione allo sbocco delle valli nella pianura esisteva già da epoca romana nel Castrum Silicanum (Salcano). Fu un compromesso tra esigenze militari (il castello, in posizione dominante), e commerciali (sarebbe stata più naturale una posizione in prossimità del Pons Sontii dell'antica strada romana, circa a Savogna). Quindi, in assenza di barriere create dall'uomo, dobbiamo considerare gli ostacoli naturali che si frapponevano verso la pianura: il Corno e più in là l’Isonzo.
Nel Medioevo vi sono alcune strutture urbane tipiche che marcano lo sviluppo della città e spesso ne condizionano il futuro. Palazzi pubblici, Cattedrali e soprattutto i conventi degli ordini mendicanti.
I pezzi forti dell'urbanistica del ‘200 e del ‘300 furono le cinte murarie e i conventi. Testimonianza dell’esistente e al tempo stesso forze di formazione della città futura.
Il ruolo positivo di creare riserve di spazi inedificati e di aree verdi si rivelò d’immenso valore solo negli ultimi cento anni, quando il fitto tessuto urbano poté recuperare a bassi costi aree altrimenti introvabili nel cuore della città.
Gorizia ebbe il convento in piazza Sant'Antonio. Molto vicino al centro della città bassa, un primo segnale di arresto contro uno sviluppo futuro verso sud-est, ma anche un edificio pubblico, il Schoenhaus, sorse in quegli anni nella stessa area.
Questa duplice, antica, realizzazione ebbe probabilmente un peso importante sullo sviluppo della città.
D'altra parte fu una delle cause della sopravvivenza di San Rocco come borgo autonomo, pur così vicino alla città.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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