Nel 1940 erano in servizio 25 funicolari terrestri e 21 funivie costruite per la maggior parte negli anni ’30 e situate prevalentemente in Piemonte, Alto Adige e Veneto (Cortina d’Ampezzo); nella nostra Regione era in servizio un solo impianto, la vecchia e famosa funicolare Trieste-Opicina.
Soltanto dopo gli anni ’50 con l’esplosione del turismo invernale comparvero i nuovi tipi di impianto più semplici, monofuni (sciovie e seggiovie) di grande capacità di trasporto e di ridotti costi di costruzione e manutenzione.
È evidente quindi quale novità rappresentava per la piccola Gorizia la realizzazione della prima funivia della Regione (e bisognerà attendere altri vent’anni per la costruzione di un’altra funivia, quella del Monte Lussari).
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La funivia doveva entrare in servizio il 24 maggio 1940, ma i venti di guerra che spiravano drammaticamente ritardarono l’inaugurazione al 13 agosto, con l’intervento del ministro delle comunicazioni di allora, Host Venturi.
La funivia si sviluppava su un percorso di 1900 metri di lunghezza, suddiviso in due campate da un pilone intermedio di 17 metri di altezza; il dislivello superato tra la stazione a valle di Salcano e quella a monte era di 580 metri; il tempo impiegato dalle due vetture, ciascuna della capacità di 24 viaggiatori, per compiere il percorso era di 6 minuti, ad una velocità record per quei tempi di 25 km all’ora.
La funivia era in grado di trasportare 230 viaggiatori all’ora ed il traffico annuo previsto dal piano finanziario era di 56 mila viaggiatori, con un introito complessivo di 250 mila lire.
Il prezzo del biglietto per una corsa era di 7 lire (abbastanza elevato se si pensa che il costo del giornale quotidiano era di 30 centesimi).
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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