Massimiliano I intendeva scendere a Roma, dove gli sarebbe stata posta la corona sul capo, attraverso le sue terre, ma i veneziani si opposero e scoppiò una guerra in cui Gorizia venne investita dall’esercito della Serenissima capeggiato da Bartolomeo d’Aviano.
Andrea di Liechtenstein invano resistette attendendo i rinforzi di Enrico di Brunswick, e il 22 aprile 1508 Gorizia e il castello furono bombardati, occupati e saccheggiati. Di quei tredici mesi di dominazione veneziana oggi rimane il grande leone di San Marco issato dopo l’ultimo conflitto mondiale al di sopra dell’ingresso del maniero.
L’ubicazione del Leone di San Marco al principio dell’Ottocento si può rilevare da un acquarello conservato al Museo Storico Provinciale. Il leone stava addossato alla muraglia esterna del «Cortile delle Milizie» sul «Bastione II», eretto dai Veneziani.
Dal 1884 al 1900 venne relegato nel sotto portico del « Palazzo della Nobiltà», poi «della Dieta» (oggi Questura), in cui fino dalla sua fondazione, si trovava allogato il Museo Provinciale.
Col trasloco di questo museo nel palazzo dei conti d’Attems in piazza del Corno (oggi de Amicis), il leone venne esposto nell’androne dopo che lo scalpellino goriziano Valentino Culot lo ebbe completato nelle parti mancanti.
Ci informa ancora il Cossar che “per preservare il leone dai danni della guerra, il generale italiano Giovanni Cattaneo, comandante la piazza di Gorizia dopo la sua conquista nel 1916, gli aveva fatto costruire una incameratura di calcestruzzo, dalla quale venne liberato nel 1919, per risalire l'erta del colle, trainato da trattrici militari, onde poi venir collocato sopra l'ingresso principale della rocca medievale. Venne solennemente scoperto il 9 agosto 1919”.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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