La giurisdizione di Staragora del Barone Sembler (1756)
Un'indagine richiesta dal Cesareo Regio Provincial Giudizio delle Principale Contee di Gorizia e Gradisca al dott. Franco Lovisoni, Cesareo Regio Fiscale, in data 4 gennaio 1755, ci dà la possibilità di apprendere qualche notizia sugli usi, sulle consuetudini e sulle norme che regolavano la vita del popolo goriziano nel diciottesimo secolo e, in particolare, nella giurisdizione di San Rocco e nei distretti di Staragora, Iscur, Schönhaus (Senàus), Sotto il Castello, Fratta e Franconia, tutti soggetti alla giurisdizione del Gastaldo del Paese, compresa la braida dei conti Attems di Santa Croce, vale a dire l'odierno palazzo e parco municipale.
Il dott. Lovisoni incaricava un collegio, composto dai Commissari Filippo conte di Strassoldo, Ottavio barone de Terzi, Melchiorre de Molina e dal barone Gio. Batta Locatelli di assumere, verbalizzandole, le dichiarazioni rilasciate da vari abitanti dei distretti dianzi indicati, confrontandole con le richieste avanzate dal barone Andrea Sembler, parimenti convocato per essere verbalizzato, e ciò per poter dirimere il contenzioso insorto circa i confini della giurisdizione di S. Rocco e dall’appartenenza del distretto di Staragora, conosciuto oggi anche col nome di Ville Montevecchia, al sobborgo dianzi indicato.
La commissione deputata convocava, il 22 febbraio 1755, per primo, presso il Foro di Gorizia, il giurisdicente di San Rocco, barone Andrea de Sembler, quale parte direttamente interessata nella controversia insorta ed anche, a suo dire , palesemente danneggiata dalla situazione venutasi a creare. Infine, nel marzo dello stesso anno, convocava per le necessarie informazioni e testimonianze i villici Stefano Polvar, colono di Staragora, Jacopo Tomsig colono di Fratta, Mattia Saur colono di Fratta, Andrea Pauletig colono e Decano di Staragora e Giuseppe Pousig, colono e Decano di Senàus, che vennero interrogati presso la casa del barone de Terzi.
I quesiti posti all'attenzione dei Commissari verranno elencati in seguito e ogni domanda sarà seguita da un riassunto tratto dalle dichiarazioni dei testimoni, che sono state poste a verbale nel farraginoso italiano del settecento. Da aggiungere ancora che il riassunto si sofferma soprattutto sulle notizie riguardanti gli usi, i costumi, la toponomastica (riportata, per quanto possibile , integralmente nella grafia del testo) e la onomastica dei protagonisti dell'inchiesta.
[…]
… da un documento … si capisce che la situazione amministrativa della contea era stata completamente modificata dal Commissario Imperiale e Regio, generale Fernando Filippo conte di Harrsch e Capitano di Gorizia il quale, con nota del 3 giugno 1756, informava il dott. Franco Lovisoni, Cesareo Regio Fiscale, che la Gastaldia del paese era stata abolita e che i territori della medesima erano stati ceduti, a pagamento, con atto autorizzato ed approvato da sua Maestà Maria Teresa da Vienna il 17 aprile, ai seguenti Enti o personaggi della nobiltà cittadina:
1) I sobborghi della Piazzutta e del Como con poteri criminali maggiori al Magistrato cittadino per 1000 fiorini
2) Il distretto dello Studeniz (dalla via Diaz al Corno e dall'Isonzo all'anconetta di via D. d'Aosta - via Trieste) al sacerdote Antonio de Morelli per 200 fiorini (con criminali maggiori).
3) I distretti di Fratta e Rafut al conte Giuseppe Della Torre, giurisdicente del Prestau, per fiorini 90 (con criminali maggiori).
4) La parte occidentale di Fratta all'arcivescovo, come privilegio.
5) Il privativo del Purgfried (nella Panovizza) ed il distretto detto Panoviz (da quel momento chiamato Ro- senthal) al de Baronia per fiorini 90.
Il generale ebbe anche il compito di unificare il governo nelle due contee di Gorizia e Gradisca e di ridurre il numero delle giurisdizioni provinciali che, nel 1788, con una nuova riforma, furono di nuovo ridimensionate al n. di 14.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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