NUCCI VIDA DE BRAUNIZERFedele sostenitrice del Centro per le Tradizioni
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![]() ![]() Il giorno di Pasqua, con discrezione e senza disturbare, ci ha lasciato l’amica Nucci Vida de Braunizer, purtroppo non è riuscita a sconfiggere il terribile virus che da un anno sta sconvolgendo il mondo. Era nata nel Borgo di San Rocco nel luglio del 1924 e poi le alterne vicende della vita la videro abitare in piazza della Vittoria accanto al suo amatissimo Francesco, Franco, nobile de Braunizer che conobbe subito dopo la seconda Guerra Mondiale. Nucci fu una donna di una bellezza ed eleganza straordinaria, vincendo anche prestigiosi concorsi negli anni Quaranta e finendo spesso sulla stampa locale proprio per questi successi. Al termine del conflitto, dopo i lavori di restauro della chiesa di San Rocco e l’arrivo delle nuove campane, venne scelta quale madrina della campana maggiore: era il primo giorno dell'anno 1948 quando vennero benedette le nuove campane della Chiesa di San Rocco per mano del mai dimenticato principe arcivescovo Carlo Margotti. La giovane sanroccara Nucci Vida de Braunizer fu la madrina della campana maggiore, mentre altri tre giovani del Borgo furono padrini e madrine della campana mezzana. Quel giorno del 1948, come lei stessa ricordava, fu un nuovo inizio della sua vita infatti prese delle decisioni importanti, tra le quali, non ultima, chi sarebbe diventato il suo sposo.
Nucci continuò a essere legata al suo Borgo natio e la sua elegante figura era una presenza assidua e puntuale nei grandi appuntamenti annuali o nelle maggiori festività. Era una donna interessata alla conoscenza, alla cultura, si informava di continuo: comperava e leggeva pubblicazioni dedicate alla storia di Gorizia, città che amava profondamente. Era un piacere sentirla parlare in friulano con i borghigiani più anziani, il suo modo gentile e raffinato di narrare arricchiva ogni storia e ogni particolare, anche i ricordi più cupi o terribili della guerra diventavano racconti affascinanti. Nucci era anche una cuoca formidabile, soprattutto dei dolci e dei piatti goriziani: dalle sue mani usciva lo strudel migliore della città, le indimenticabili gubane goriziane, gli indianer e le paste creme. Negli ultimi anni, anche se l’età certamente si faceva sentire, non mancava mai, era presenza assidua e costante a tutte le iniziative proposte dal “Centro per le Tradizioni” e l’associazione il 1 gennaio del 2018 volle ringraziarla pubblicamente durante la messa del Te Deum consegnandole una targa a ricordo dei 70 anni della benedizione della campana maggiore. Nucci è sempre stata una sostenitrice convinta delle attività del “Centro Tradizioni”, socia del sodalizio da decenni, appassionata della rivista “Borc San Roc” che distribuiva a tutti gli amici più cari con grande vigore: proprio fino all’ultimo si era spesa nel far conoscere a quante più persone possibile la rivista annuale e chiedeva di poter avere sempre qualche copia in più perché voleva distribuirla. Diceva convinta: “Bisogna che i goriziani i conosi la loro storia! Qua xe scritte robe importanti, questa rivista la val oro!”. Nucci è stata una goriziana d'altri tempi, cuoca sopraffina, vinse infatti svariati primi premi nelle gare culinarie cittadine per la sua gubana goriziana, per lo strudel e per le sue inimitabili paste creme. È stata anche membro fattivo e attivo della corale del Borgo per molti decenni nella sezione dei soprani e, come ricorda la stampa locale, spesso cantava da solista nelle grandi messe. Ancora grazie Nucci, hai saputo rappresentare quella gorizianità antica, elegante e intelligente. Ci mancherai tantissimi. Mandi di Cur e saluda duc i vecios sanrocars! |