Di Vanni Feresin
Il 5 febbraio ci ha lasciato l'amico Guido Albero Bisiani, classe 1924. E' stato per decenni la voce di Borgo San Rocco; cronista attento e meticoloso ha saputo con scrupolo e attenzione raccogliere e scrivere la storia del suo amatissimo rione. Discendente di una famiglia storica del Borgo, aveva iniziato come catechista e animatore negli anni Trenta e Quaranta, sotto la guida del mai dimenticato Antonio Zakrajscek (1904 - 1946) e del parroco don Francesco Marega che resse la parrocchia dal 1930 fino al 1960. Ebbe ruoli di spicco anche sul versante parrocchiale divenendo già in giovane età fabbriciere, lui amava dirsi Cameraro con terminologia antica, cioè facente parte di quel Consiglio di Amministrazione che si occupava dei benefici della Chiesa e delle necessità dei più poveri. Guido fu figlio di Luigi Bisiani e nacque il 22 settembre del 1924 nella casa colonica di proprietà dei conti Coronini di San Pietro situata in quella che era la via della Canonica (oggi Veniero), questo suo essere "sanroccaro autoctono" sarà l'unica medaglia che sfoggerà orgogliosamente sul petto per tutta la sua lunga esistenza; anche la madre era di San Rocco, nata in via Lunga in una casa colonica dei conti Lantieri, e, come ricordava sempre Guido, fu una delle quattro forosette (contadinelle) che il 25 aprile 1909 raccolsero la prima acqua dalla fontana monumentale di Antonio Lasciac sita nella piazza del Borgo. Dopo il primo conflitto mondiale la famiglia si trasferì in via Grabizio 15 ed è lì che Guido venne alla luce.
Guido Albero Bisiani ha partecipato a tutte le attività parrocchiali: chierichetto, catechista, membro dell'Azione Cattolica, addetto stampa della arcidiocesi di Gorizia per l'Azione Cattolica, membro del comitato per la sagra, fabbriciere, e fu anche segretario della Società Sportiva Isontina.
Tutta la sua lunga vita Guido la ha spesa nel campo dell'informazione, impegnato nella redazione de "Il Piccolo" fin dagli anni Quaranta del Novecento; ha collaborato anche con tutte le testate locali dal Messaggero, al Gazzettino, fino al settimanale dell'arcidiocesi di Gorizia "Voce Isontina".
L'attaccamento al Borgo e ai suoi valori è ben visibile in tutti gli scritti che anno dopo anno sono stati un racconto vivo, vivace e vibrante di un Borgo che è sempre stato geloso delle sue tradizioni antichissime. E' stato un vero cronista della vita e della società locale (camminava con il suo quaderno degli appunti e parlava con tutti) ma nel contempo è stato uno storico che si è occupato anche dell'analisi degli eventi e fatti del suo territorio: suoi importanti contributi sono stati pubblicati dalla Società Filologica Friulana nelle riviste "Sot la Nape" e "Ce Fastu", nonché dalla rivista storica "Borc San Roc" edita dal Centro per la Conservazione e la Valorizzazione delle Tradizioni Popolari di Borgo San Rocco. E proprio il "Centro per le Tradizioni" nel 2010 volle insignire del Premio San Rocco lo storico e cronista Guido Alberto Bisiani per ciò che seppe donare alla sua terra e per come lo seppe raccontare, valorizzando la lingua friulana e dimostrando sempre un acume e una capacità di sintesi straordinaria. Attraverso il suo archivio personale ci fu la possibilità di rendere ancora più ricco e di grande valore storico la monografia di Mauro Ungaro dedicata ai 500 anni dalla costruzione della Chiesa di San Rocco.
Guido è stato una persona discreta, riservata, di poche parole, sempre molto severo nei giudizi a se stesso e al suo scrivere (chiedeva sempre un parere e voleva giudizi spassionati sugli articoli che scriveva), ricordiamo tutti la sua enorme emozione nel giorno in cui ricevette il Premio San Rocco dalle mani del vescovo di Trieste Eugenio Ravignani e dalla Prefetto Maria Augusta Marrosu. Era difficile varcare la sua porta di casa ma appena gli si dimostrava capacità e competenza le sue preziose carte e i suoi scritti venivano messi immediatamente a disposizione affinché si scrivesse la verità e il fatto storico fosse raccontato con precisione assoluta. Era un uomo preciso, meticoloso e attento, non dimenticava mai nulla, spesso scriveva puntualizzazioni con garbo ma al contempo con fermezza soprattutto se le cose non erano esatte o se lui riteneva che qualcosa era stato dimenticato. Ci sono ricchi aneddoti in merito, come quando aveva corretto alcune affermazioni storiche di un noto programma televisivo di approfondimento e di come avesse ricevuto risposta ufficiale di ringraziamento. Guido aveva anche uno humor del tutto singolare e con poche parole gentili, eleganti e sagaci sapeva raccontare un fatto, esprimere il suo pensiero o descrivere una persona.
Guido amava il suo Borgo visceralmente ed è stato per decenni un collaboratore prezioso del "Centro per le Tradizioni" che oggi lo ricorda con riconoscenza, affetto e rimpianto; il Borgo di San Rocco e la città di Gorizia perdono una memoria storica straordinaria, competente e appassionata.
Grassie di cur e Mandi Guido!