di Vanni Feresin
Pochi giorni prima del ricovero Don Lorenzo aveva avuto tra le mani la sua ultima fatica, la ristampa anastatica del volume di Camillo Medeot del 1969, dedicato ai preti internati nella prima Guerra Mondiale. Era stato un libro che don Lorenzo aveva curato per oltre un anno ed è il suo testamento spirituale, infatti al suo interno c'è il racconto di vite, pensieri, avvenimenti di un clero che rischiava di restare dimenticato e per don Renzo la storia e la memoria dovevano essere valorizzate e conservate con cura. Don Lorenzo, Renzo, è stato una voce autorevole, severa, profondamente intelligente, con una cultura e una memoria enciclopedica, certamente la sua perdita lascia un vuoto difficilmente colmabile. Nei 52 anni di sacerdozio, aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 1° settembre 1968 nella basilica di Aquileia dalle mani dell’Arcivescovo monsignor Pietro Cocolin, aveva ricoperto incarichi di grande responsabilità all'interno della Chiesa Gorizia: prima come vicario cooperatore a S. Ignazio a Gorizia, occupandosi quale vice assistente diocesano anche del settore Giovani di Azione Cattolica; nell’agosto 1972 venne nominato Segretario e nel maggio 1975 Prodirettore dell’Ufficio pastorale diocesano; il 3 novembre 1977 l’arcivescovo lo destinò quale cooperatore nella parrocchia di S. Anna a Gorizia.
L'incarico che segnò vent'anni della sua esistenza fu la nomina a direttore del Settimanale diocesano "Voce Isontina", il 30 dicembre 1978, al quale collaborava però attivamente sin dai tempi del seminario. Contestualmente giunse anche la nomina ad Addetto stampa della Curia diocesana. Questa sua attività editoriale, che lo ha accompagnato fino agli ultimi giorni della sua esistenza terrena, è stata una vera e propria fucina per tanti giovani che nelle stanze della redazione in via Arcivescovado prima ed in via Seminario poi hanno compiuto il percorso per iscriversi di formazione necessario per iscriversi all’Ordine dei giornalisti.
In quegli anni, don Boscarol ricoprì incarichi anche nella Commissione triveneta per le comunicazioni sociali e nella Federazione italiana dei settimanali cattolici, di cui fu anche Consigliere nazionale.
Don Lorenzo fu un giornalista che seppe interpretare i dettami conciliari anche in questo campo: un giornalismo come parte della propria vocazione sacerdotale.
Don Lorenzo si occupò anche di tutto che era Cultura e che aiutasse il territorio, quindi si prese grandi responsabilità, come la direzione della rivista Iniziativa Isontina e di Nuova Iniziativa Isontina, il numero che deve uscire lo aveva già impostato prima di ammalarsi, nonché della rivista Borc San Roc della quale mantenne la direzione per quindici anni con editoriali sempre di altissima qualità e con una visione critica ma costruttiva.
Il Centro per le Tradizioni di Borgo San Rocco lo aveva insignito nel 1997 del Premio San Rocco per la sua instancabile attività pubblicistica e di ricerca storica sul territorio, la presentazione avvenne per voce del mai dimenticato Celso Macor che gli fu accanto con saggezza e profondità nelle varie attività a favore della cultura goriziana.
Il 1° ottobre 1987, l’arcivescovo Bommarco lo scelse quale direttore dell’Ufficio pastorale diocesano e, quattro anni dopo, nell’ottobre 1991, anche quale Assistente dell’Azione Cattolica diocesana, incarico che mantenne sino al 2017. Nel maggio 1992 fu responsabile per l’Arcidiocesi di Gorizia dell’Ufficio stampa organizzato in occasione della visita di Giovanni Paolo II. È stato a lungo anche componente della Commissione diocesana per l’insegnamento della Religione cattolica. A seguito dell’improvvisa scomparsa dell’arciprete di Ronchi, mons. Mario Virgulin, nel novembre 2000, don Boscarol venne nominato dall’arcivescovo De Antoni amministratore parrocchiale della parrocchia dei Ss. Lorenzo e Domenica, per assumere quindi la responsabilità piena della stessa parrocchia il 12 settembre 2001. Il 14 luglio 2009 veniva incaricato, quale amministratore parrocchiale, del servizio pastorale anche nella parrocchia di Santo Stefano in Vermegliano a Ronchi. Sempre convinto partecipe ai momenti di vita diocesana, dal 2013 al 2018 fu Decano del decanato di Duino – Monfalcone – Ronchi e dal 2001 al 2016 anche membro del Collegio dei consultori diocesano; dall’ottobre 2017 è stato Direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro.
Significativa la sua partecipazione all’associazione “Concordia et Pax” e l’impegno a lungo condotto in prima persona nella realizzazione dell’annuale pellegrinaggio delle diocesi di Gorizia e Koper a Monte Santo – Svetagora. Come Centro Tradizioni ci piace salutarlo con le sue stesse parole che dedicò all'editoriale del primo numero della rivista "Borc San Roc" nel novembre del 1989: "Quando la memoria della comunità si fa fragile, quando le voci ancora vive del passato diventano echi del tempo che corre troppo in fretta ed uniforma ed appiattisce giorni e luoghi, nasce la paura del naufragio tar le dune del deserto incombente e con essa il bisogno di riapproprio dell'identità, di recupero delle radici; che si possono lasciare in abbandono senz'acqua nel preponderare di altre urgenze vitali, giustificate dal pragmatismo che privilegia il benessere e la semplificazione culturale, oppure si possono arricchire di linfa nuova per fare della vita comunitaria un flusso di una storia nella storia, di una storia che la sua fonte ed il suo fiume, generazioni di altre generazioni con legami di sangue, di tradizione, di carattere che danno qualità all'essere e portano nel patrimonio esistenziale non solo la saga di un popolo ma il percorso profondo del giungere da lontano con tutta la grandezza di lavoro, di conquista lenta e sofferta, di speranza che entra in noi dalla vita che ci precede". Questa memoria non può andare dispersa e la Tua memoria resterà per noi tutti in benedizione.
Grazie don Renzo per la Tua profonda testimonianza di uomo di fede, di cultura e di carità.