I lavori di costruzione del nuovo santuario ebbero inizio nel 1924 e furono portati a termine nel 1928 dall’impresa edile goriziana Edoardo Mattiroli; il progetto era stato predisposto dall’ingegnere Silvano Barich di Trieste. Nel frattempo i Padri francescani della provincia di S. Croce (Slovenia) vennero sostituiti da quelli della provincia di Trento.
Il Santuario ricevette la luce elettrica, non senza problemi tecnici visto il dislivello di 500 metri il 17 ottobre del 1926 grazie a un finanziamento del governo centrale e nell'agosto del 1928 monsignor Sion, Vicario Generale di Gorizia, benedì e riaprì al culto la grande basilica.
La struttura era a tre navate per 72,50 metri di lunghezza e 22 metri di larghezza. Insieme al tempio fu costruito il campanile di 50 metri di altezza dotato di 4 campane, la maggiore delle quali del peso di 4,5 tonnellate e il nuovo convento con annessa una Casa del pellegrino.
L’apertura al culto del nuovo santuario avvenne nel 1928. La consacrazione ebbe luogo nel 1932 con l’intervento di mons. Nogara vescovo di Udine, essendo vacante la sede arcivescovile di Gorizia dopo la morte di mons. Sedej nel 1931.
Dall’11 al 18 giugno 1939 ebbe luogo la solenne celebrazione del IV centenario dell’apparizione; il quadro della Madonna fu trasportato nel Duomo di Gorizia ove rimase esposto alla venerazione dei fedeli; il giorno 17, dopo una imponente cerimonia in piazza della Vittoria, fu riportato sul Monte Santo ove il giorno seguente, alla presenza del patriarca di Venezia cardinale Adeodato Piazza fu celebrata la solenne commemorazione (il cronista rileva che “i cori uniti delle chiese dei Padri Cappuccini e di S. Rocco eseguivano con arte magistrale la bellissima ‘Missa secunda pontificalis’ del maestro Perosi”).
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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