Siamo nella seconda metà dell’Ottocento e con i cambiamenti sociali ed economici che videro l’emergere della borghesia ed il conseguente aumento della domanda dei beni di consumo, il fiore fresco, anche il più ricercato, veniva sempre più richiesto per essere utilizzato nelle varie ricorrenze della vita.
Anche nella città di Gorizia si sentì la necessità di avviare una produzione di fiori anche in forma industriale, iniziativa intrapresa da alcuni privati che aprirono stabilimenti orticoli, di floricoltura e di vivaismo. Stabilimenti più o meno grandi, alcuni anche noti nei paesi della Monarchia e all’estero dove esportavano piante e fiori. Alcuni ebbero breve durata altri si protrassero di generazione in generazione sino a tutto il Novecento.
Alcuni stabilimenti vennero aperti dai nostri concittadini altri da imprenditori venuti da varie parti dell’Impero Austro-Ungarico. Non così per la Ditta Claucig oriunda da Piedimonte presso Gorizia.
Una prima forma di commercio nel Goriziano si ebbe con la produzione più o meno casalinga di fiori coltivati insieme ad ortaggi e portati a vendere nei mercati settimanali cittadini. E non mancavano le famiglie nobili che facevano esercitare tale commercio dai propri giardinieri per avere una fonte di reddito. Anche i giardinieri presso famiglie nobili o impieghi pubblici esercitavano un commercio con la propria produzione: di questo commercio, a volte un po’ irregolare, si lamentarono alcuni floricoltori che nel 1896 chiesero al Magistrato della città che venisse fatta chiarezza. Dalla lunga lista di nominativi si deduce quanto era praticata nella seconda metà dell’Ottocento la produzione e la vendita di fiori nel Goriziano.
I primi punti vendita di fiori erano le abitazioni o il sito dei vivai dei vivaisti e floricoltori che producevano su larga scala e la cui produzione veniva pubblicizzata sui periodici dell’epoca. Venivano pubblicizzate composizioni fatte con fiori freschi ed artificiali per occasioni di balli, di funerali, cerimonie.
Luoghi occasionali di vendita avvenivano durante le varie feste che si svolgevano in città, rappresentazioni teatrali, feste dei fiori, manifestazioni fatte per beneficenza. In un secondo tempo i fiorai cercarono una sede più appropriata per aprire i primi negozi di fiori freschi e possibilmente nel centro cittadino, in Piazza Grande 6, in via Signori 9 e 15 (ora via Carducci), in via Giardino 15 (ora Corso Verdi), in Corso Francesco Giuseppe 4.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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