Resisi indipendenti dal sistema colonico, la maggior parte dei contadini dei sobborghi di Gorizia scelsero di diventare ortolani.
Così fecero i Sanroccari, spinti dal bisogno di trarre il maggior profitto possibile dai piccoli poderi e dalle favorevoli condizioni offerte dal mercato.
Nella seconda metà del secolo scorso la città di Gorizia aveva visto aumentare notevolmente la sua popolazione e il suo traffico commerciale: a mezzo della ferrovia meridionale (1860) e successivamente di quella transalpina (1905/6), Gorizia era collegata con Trieste, Vienna e le maggiori capitali del centro e Nord Europa. Giornalmente, dalle due stazioni partivano vagoni di prodotti ortofrutticoli. Richiestissime erano le verdure primaverili che arrivavano sulle piazze del Nord con quattro-sei settimane di anticipo rispetto agli stessi prodotti colti vati in loco: delle vere primizie.
L'ortolano piantava in autunno tutti quegli ortaggi che potevano trascorrere l'inverno all’aperto: verzotti, cavolini di Bruxelles detti spross, cavoli cappucci, cavoli rapa, broccoletti, spinaci, radicchio ecc.
Ai primi tepori della primavera, se non vi erano stati freddi eccessivi o gelate tardive, le piantine prosperavano velocemente. Giunti a maturazione i prodotti venivano portati al mercato all’ingrosso e ceduti allo spedizioniere che li faceva proseguire. Si spedivano così anche in salata, asparagi e molti fiori.
Ai primi di giugno erano pronte le patate novelle. Il contadino ritirava i sacchi per la spedizione e già prima dell’alba iniziava la raccolta del prodotto, aiutato da tutta la famiglia. Il carico doveva giungere in stazione prestissimo, prima della partenza del treno per il Nord. Era un lavoro faticosissimo, ma assicurava un incasso immediato e il contadino era contento.
Quantitativi di ortaggi minori e la produzione estiva venivano invece portati al mercato della città. Come avviene ancor oggi, l'ortolano poteva cedere il suo prodotto alle rivendicole oppure venderlo in proprio, de legando una donna di casa.
Al mercato coperto la maggior parte dei banchi riservati alle ortolane erano occupati da Sanroccare.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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