(immagine: Mappa di epoca teresiana)
La «pubblicità» della proprietà immobiliare, con le sue molteplici implicazioni di carattere giuridico e fiscale, è oggi considerata uno dei capisaldi della società ordinata e civile. Se è vero che già in tempi assai antichi esistettero talune rudimentali e limitate forme di pubblicità (riguardanti specialmente documenti di Stato, tabelle e mappe) bisogna arrivare al XVIII secolo ed a Maria Teresa d'Asburgo, per poter finalmente vedere «gettate le prime basi» del moderno catasto fondiario.
Infatti, con la «Sovrana Patente» del 9 ottobre 1750 l'imperatrice ordinò nelle Contee di Gorizia e Gradisca l'attuazione di una generale «perticazione» (sebbene con alcune modifiche rispetto a quanto già in precedenza disposto sullo stesso argomento negli altri suoi Stati).
A questa seguì l'istituzione del «Tavolare», il quale, di per sé, rappresentò un'altra importante pagina di storia civile. Infatti il sistema tavolare (che conferisce valore probatorio alle sue iscrizioni) venne introdotto in forza di un editto (della medesima imperatrice), il quale, per quanto concerne la provincia goriziana, trovò applicazione con una «Patente» del 1761.
La lotta che Maria Teresa prima, e suo figlio Giuseppe II poi, intrapresero contro i privilegi, le autonomie locali, le grette posizioni economiche e sociali (prive oramai di ogni reale funzione), si sviluppò inizialmente in forma piuttosto tenue, per diventare in fine di tipo fortemente riformatore e progressista. Si era nel secolo dell'illuminismo ed il soffio innovatore dei tempi nuovi si faceva sentire anche nell'Isontino.
Le innovazioni riguardarono qui, in modo particolare, l'elimi nazione della struttura feudale della Contea e la creazione di una amministrazione garante di una legge generale va- lida per tutti i cittadini. Maria Teresa obbligò i proprietari dei terreni a denunciare le entrate ed ordinò al contempo un nuovo estimo.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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