logo desktop
logo mobile
 
HOME
IL CENTRO
Storia, Finalità e Attività
Direttivo e norme statutarie
Obblighi di trasparenza ex L. 124/2017 - art. 1, cc. 125-129
INFORMAZIONI E MULTIMEDIA
Articoli e comunicati
Documenti diversi
Gallerie fotografiche
Video
Podcast
STORIA E TRADIZIONI
Pagine di storia
Personalità
Risorse culturali
Ricette della tradizione
PUBBLICAZIONI
Attività editoriale
Indice delle pubblicazioni
EVENTI
CONTATTI
Comunica con noi
La nostra newsletter
Privacy Policy
Cookie Policy
  • HOME
  • IL CENTRO
    • Storia, Finalità e Attività
    • Direttivo e norme statutarie
    • Obblighi di trasparenza ex L. 124/2017 - art. 1, cc. 125-129
  • INFORMAZIONI E MULTIMEDIA
    • Articoli e comunicati
    • Documenti diversi
    • Gallerie fotografiche
    • Video
    • Podcast
  • STORIA E TRADIZIONI
    • Pagine di storia
    • Personalità
    • Risorse culturali
    • Ricette della tradizione
  • PUBBLICAZIONI
    • Attività editoriale
    • Indice delle pubblicazioni
  • EVENTI
  • CONTATTI
    • Comunica con noi
    • La nostra newsletter
    • Privacy Policy
    • Cookie Policy

LA RICERCA NON HA PRODOTTO RISULTATI
articoli documenti fotogallery video audio eventi pagine di storia personalità risorse culturali Ricette della tradizione
SELEZIONE CORRENTE
RICERCA CORRENTE:
HOME > Pagine di Storia:I PATTI DOTALI NEL GORIZIANO E A SAN ROCCO
I PATTI DOTALI NEL GORIZIANO E A SAN ROCCO
Il corredo
data di pubblicazione: 29-07-2024
indice stampa
Grembiule da sposa e tovaglia ricamata con incassi di merletto a tombolo appartenuti a Pierinuta della Vertoibizza (Pierina Urdan); tabin e biancheria di Pina Madriz.

Sfogliando i numerosi contratti nuziali settecenteschi alla ricerca di corredi per lo studio dell'abito popolare, è emerso che, all'epoca, veniva ancora assegnata alle spose, oltre alla controdote, anche la Morgengabe o dono del mattino di lontana memoria longobarda.
 
Con la Morgengabe, che verrebbe da considerare come un omaggio alla sposa, affiora anche la condizione di emarginazione civile e di sudditanza nella quale figlie, mogli e madri, sono state tenute fin quasi ai nostri giorni, per l'imporsi della tradizione e delle leggi vigenti.
 
L'istituto della dote è antichissimo, sempre strettamente legato al matrimonio, diffuso presso molti popoli per i quali assume forme e significati diversi.
(…)
Il corredo detto anche “Mobilie, Belizie, ornamenti donneschi, vulgo, Balla” era parte integrante della dote. Era composto da biancheria, capi di abbigliamento, oggetti vecchi e nuovi ai quali era necessario attribuire un valore espresso in valuta corrente.

Le parti interessate, ciascuna per proprio conto, interpellavano un sarto detto anche perito in arte (…) oppure le famiglie raggiungevano un accordo nominando la stessa persona affinché il corredo fosse d'unanime consenso stimato.
Ogni cosa veniva sommariamente descritta e valutata generalmente in lire:
un abito di lana con righe e fiori L. 50 ...; la somma poi veniva tramutata in fiorini o ducati secondo il cambio del momento.

In capo alla lista vi era sempre il letto coi suoi fornimenti, e due casse di nogaro.

Il letto era sempre di lana, qualche volta di piuma, raramente di grena (crine); era completato da due cossini, una coltra di stupini con bombaso entro, più una coperta di letto di stupini Brazza n.12 valore L. 208.
Il letto, sempre presente nei corredi popolari, non viene mai menzionato in quelli delle classi più elevate. Questi presentano biancheria di casa più raffinata, abiti in numero più elevato, gioielli e lo scrigno di nogaro di rimesso con i suoi fornimenti d'Ottone, e sue serature sostituiva le due popolari casse di nogaro inferare anch'esse spesso munite di serrature e chiavi.

Nei corredi contadini spicca il novizal o abito da sposa il cui prezzo era sempre altissimo, seguivano i lenzioli il cui numero era almeno di sei/otto paia nei corredi più modesti, ornati, o non, di merli, i mantigli con i tavaglioli, le intimele, i sugamani, gli indumenti quotidiani e quelli riservati alla festa, il tutto elencato disordinatamente assieme agli accessori come grembiule, scarpe, calze, fazzoletti ecc..

Alla prima lista talvolta se ne aggiungeva una seconda di abiti regalati.

Dote e corredo dovevano raggiungere la cifra concordata.
 

PER APPROFONDIRE
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco
  • I patti dotali nel Goriziano e a San Rocco, DI Olivia Averso Pellis
    da BORC SAN ROC N.5 (1993)
    Immagini associate
data di pubblicazione: 29-07-2024
Pagine di Storia: CONTRIBUTI SEGNALATI

GORIZIA SENZA FRONTIERE

L'ERA DELL'AUTOBUS

L’AVVENTO DEL TRAM A GORIZIA

E GORIZIA «PRENDE» IL TRENO, 3 OTTOBRE 1860


cookie_statistiche_val:::
ShinyStat_flag::: 0

► HOME
IL CENTRO
► Storia, Finalità e Attività
► Direttivo e norme statutarie
► Obblighi di trasparenza ex L. 124/2017 - art. 1, cc. 125-129
INFORMAZIONI E MULTIMEDIA
► Articoli e comunicati
► Documenti diversi
► Gallerie fotografiche
► Video
► Podcast
STORIA E TRADIZIONI
► Pagine di storia
► Personalità
► Risorse culturali
► Ricette della tradizione
PUBBLICAZIONI
► Attività editoriale
► Indice delle pubblicazioni
► EVENTI
CONTATTI
► Comunica con noi
► La nostra newsletter
► Privacy Policy
► Cookie Policy
SEGUICI SU SEGUICI SU

Centro per la conservazione e la valorizzazione delle tradizioni popolari di Borgo San Rocco - ODV
Via Veniero 1 - 34170 GORIZIA
80006450318
info@borcsanroc.it

Privacy Policy - Cookie Policy
 
Questo sito NON utilizza cookie di profilazione. Previo consenso, si possono utilizzare plugin per condividere contenuti con social media e sistemi per le statistiche sugli accessi. Per approfondire leggi l'informativa Cookie Policy

  rifiuto accetto
tecnici: indispensabili per il corretto funzionamento del sito
funzionali: consentono di gestire funzioni di supporto per i contenuti del sito (visualizzazione mappe Google)
plugin social: utilizzati per condividere contenuti (Facebook, Twitter)
plugin YouTube: utilizzato per la visualizzaione dei filmati
statistiche accessi: (ShinyStat)