Grembiule da sposa e tovaglia ricamata con incassi di merletto a tombolo appartenuti a Pierinuta della Vertoibizza (Pierina Urdan); tabin e biancheria di Pina Madriz.
Sfogliando i numerosi contratti nuziali settecenteschi alla ricerca di corredi per lo studio dell'abito popolare, è emerso che, all'epoca, veniva ancora assegnata alle spose, oltre alla controdote, anche la Morgengabe o dono del mattino di lontana memoria longobarda.
Con la Morgengabe, che verrebbe da considerare come un omaggio alla sposa, affiora anche la condizione di emarginazione civile e di sudditanza nella quale figlie, mogli e madri, sono state tenute fin quasi ai nostri giorni, per l'imporsi della tradizione e delle leggi vigenti.
L'istituto della dote è antichissimo, sempre strettamente legato al matrimonio, diffuso presso molti popoli per i quali assume forme e significati diversi.
(…)
Il corredo detto anche “
Mobilie, Belizie, ornamenti donneschi, vulgo, Balla” era parte integrante della dote. Era composto da biancheria, capi di abbigliamento, oggetti vecchi e nuovi ai quali era necessario attribuire un valore espresso in valuta corrente.
Le parti interessate, ciascuna per proprio conto, interpellavano un sarto detto anche
perito in arte (…) oppure le famiglie raggiungevano un accordo nominando la stessa persona affinché il corredo fosse
d'unanime consenso stimato.
Ogni cosa veniva sommariamente descritta e valutata generalmente in lire:
un abito di lana con righe e fiori L. 50 ...; la somma poi veniva tramutata in fiorini o ducati secondo il cambio del momento.
In capo alla lista vi era sempre
il letto coi suoi fornimenti, e due casse di nogaro.
Il letto era sempre di lana, qualche volta di piuma, raramente di
grena (crine); era completato da
due cossini, una coltra di stupini con bombaso entro, più una coperta di letto di stupini Brazza n.12
valore L. 208.
Il letto, sempre presente nei corredi popolari, non viene mai menzionato in quelli delle classi più elevate. Questi presentano biancheria di casa più raffinata, abiti in numero più elevato, gioielli e lo
scrigno di nogaro di rimesso con i suoi fornimenti d'Ottone,
e sue serature sostituiva le due popolari casse di
nogaro inferare anch'esse spesso munite di serrature e chiavi.
Nei corredi contadini spicca il
novizal o abito da sposa il cui prezzo era sempre altissimo, seguivano i
lenzioli il cui numero era almeno di sei/otto paia nei corredi più modesti, ornati, o non, di
merli, i mantigli con i tavaglioli, le intimele, i sugamani, gli indumenti quotidiani e quelli riservati alla festa, il tutto elencato disordinatamente assieme agli accessori come grembiule, scarpe, calze, fazzoletti ecc..
Alla prima lista talvolta se ne aggiungeva una seconda di abiti regalati.
Dote e corredo dovevano raggiungere la cifra concordata.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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