Immagine - Tra l'imponente edicio dell'ex Seminario di Gorizia, oggi sede del Polo Goriziano dell'Università degli Studi di Trieste, e l'antica casa colonica della nobile famiglia Degratia (oggi proprietà Paulin) corre (non visibile nella foto) l'antica via del Róul (l'odierna via Blaserna). Questa via traeva il suo nome da una secolare gigantesca quercia (o rovere) la quale affondava le sue radici nel terreno della Braida Degrazia, nei pressi della casa riprodotta nella foto (foto originale, estate 2002).
Particolare valore toponimico assume l'attestazione rilasciata il 16 ottobre 1857 all'imprenditore Giuseppe Podbersig di Vertoiba all'atto della liquidazione del compenso spettantegli a lavoro ultimato, là dove si cita il tracciato del manufatto con queste parole: " ...
che dalle strade nuove conduce a S.Rocco e di S.Rocco conduce a S. Pietro".
Se ne deduce che al tempo entrambi i tratti di strada erano privi di denominazione. Con il passaggio da comunale a distrettuale è fuor di dubbio che cresce in importanza e diviene palese la necessità di
averne una.
Vent'anni dopo il tratto che si snoda fra i platani da
jù pa la via alla Casa Rossa compare nella mappa del barone Carl von Czoernig
Pian der Stadt Görz und ihres Weichbildes (1874) con il prestigioso appellativo di viale di San Rocco. Doveva apparire molto bello all'epoca questo viale periferico, come lo era Corso Francesco Giuseppe, anche se il paragone appare esagerato dato che il Corso era più ampio e dotato di filari doppi di alberi.
Ma la popolazione usa un altro nome, e già da parecchio, legato all'ambiente naturale. Esisteva presso la casa dei nobili Degrazia un antico rovere, divenuto punto di riferimento non solo per i sanroccari ma anche per i goriziani, noto al punto da attribuire il nome alla strada che vi passava accanto, "via del Rovere", toponimo che compare poi anche in mappe e documenti comunali dell'epoca. Quando giunge il momento di introdurre la nomenclatura specifica delle vie, diverse sono le denominazioni proposte, oltre a quella anzidetta, già ben radicata, di via del Rovere.
[…]
Nel frattempo la vecchia colossale pianta cadeva in una giornata di novembre del 1898, e non esistendo più il rovere dal quale si denominava la via, risultava impropria la denominazione stessa.
Il consiglio comunale però nella seduta del 19 ottobre 1900 opta per una terza soluzione e delibera la sostituzione della vecchia denominazione di via del Rovere con quella nuova di "via Pietro Blaserna" per ricordare, ancora in vita, un illustre scienziato. Rimane tale anche nel primo dopoguerra quando Gorizia passa all'Italia, pur tuttavia nella popolazione continua a sopravvivere il vecchio appellativo di via del Rovere. Nel 1927, il consiglio comunale decide che il tratto aperto nel 1854 prenda il nome di Emilio Cravos, il patriota goriziano fucilato a Valdirose nel 1915.
Nel secondo dopoguerra la zona subisce profonde modificazioni in seguito all'apertura del valico confinario italo-jugoslavo. I platani delle vie Blaserna e Cravos vengono abbattuti per permettere l'allargamento e la rettifica della strada, tagliando fuori la curva a gomito all'altezza del ponte sulla Vertoibizza. Successivamente, visto il notevole incremento del traffico commerciale legato al confine internazionale, si rende necessario creare una zona di parcheggio e sosta per gli autotreni e a tal fine una vasta porzione di prato del seminario minore viene acquisita e trasformata in piazzale per parcheggio. Per snellire il traffico automobilistico non legato al valico confinario si decide anche di aprire una nuova arteria, via Giulio Kugy, che si snoda lungo il margine occidentale del suddetto piazzale detto della Casa Rossa e, incrociando la via Alviano, collega la via Blaserna con la via Giustiniani.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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