(immagine: La «Domgasse» - Via del Duomo - agli inizi del Novecento. In evidenza un lampione dell'illuminazione pubblica)
Nel 1903 iniziò la distribuzione dell’energia elettrica a Gorizia; prodotta per mezzo di due motori a gas da 100 CV ciascuno e da una batteria di accumulatori si rivelò subito insufficiente a soddisfare tutte le richieste. La centrale termoelettrica era situata accanto all’officina del gas; solo nel 1907 cominciò a funzionare una centrale idroelettrica di proprietà della Società elettrica dell’Isonzo. Il 13 luglio 1903 ci fu la prima sospirata prova dell’illuminazione elettrica.
Anche in questo caso, come spesso ci ricorda la storia del progresso umano, la novità fu accolta con qualche parere poco favorevole.
Intanto le richieste di energia elettrica aumentavano continuamente tanto da costringere la Società negli anni successivi a potenziare gli impianti di produzione ed a ricorrere addirittura all’acquisto di energia elettrica da altri produttori.
Solo il primo conflitto mondiale bloccò inesorabilmente la continua espansione dei consumi di energia elettrica.
Gorizia, città in prima linea, subì danni ingentissimi: tutte le condutture del gas e dell’acqua, nonché la rete di distribuzione dell’energia elettrica andarono completamente distrutte, mentre gli impianti di produzione non vennero particolarmente danneggiati. Ma la scarsa energia di cui la città poteva disporre veniva quasi completamente assorbita dalle pompe dell’acquedotto. Tale precaria situazione portò ben presto allo scontro tra la Società concessionaria (la Wiener Gas Industrie Gesellschaft) impossibilitata a rispettare gli obblighi contrattuali, e il Comune.
Nel 1919 il Consiglio comunale diede finalmente via libera all’acquisto dell’officina del gas e dell’elettricità ... con l’intento precipuo di municipalizzare la produzione del gas e la produzione e fornitura dell’energia elettrica per uso illuminazione e industriale.
Ciò preludeva alla costituzione delle Aziende Municipalizzate il cui atto di nascita porta la data del 7 gennaio 1920.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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