Il carnevale in città era un periodo dell'anno molto intenso ed atteso, soprattutto nella prima parte del XX secolo, con una notevole serie di iniziative che andavano dalla sfilata, ai balli, alle sfide ma tra tutte spicca per imponenza e qualità il Palio dei Borghi, anche detto della Dama Bianca, che venne organizzato nel 1955 e del quale si potrà rivivere il clima attraverso il grande repertorio fotografico di Arduino Altran.
Come scrive nelle sue cronache il cronista e storico del Borgo di San Rocco Guido Bisiani «nel ricco patrimonio di usi e costumi che a Gorizia nel corso dei secoli si è saldamente radicato tramandandosi di generazione in generazione e creando quella somma di valori che fanno parte integrante della cultura popolare e della tradizione, uno spazio non trascurabile è riservato al carnevale e alle sue molteplici e spassose manifestazioni.
Negli anni Cinquanta prese corpo il Carnevale della Dama Bianca con il relativo palio. L'iniziativa, avviata con notevole impegno da istituzioni e cittadini, si ridusse purtroppo ad una meteora in quanto si esaurì dopo solo due anni (1955 - 1956) e ciò per problemi di natura principalmente finanziaria. In quegli due anni i goriziani e i molti forestieri assistettero a un corteo carnascialesco di tutto rispetto e tale da suscitare fondate speranze per un promettente futuro a valenza interregionale. Va detto che il palio della Dama Bianca nelle due formate edizioni era solo il culmine di un lungo e spensierato percorso - dall'Epifania al martedì grasso - in cui goriziani di ogni età e ceto si sentirono coinvolti. Presero corpo e si rivitalizzarono i borghi cittadini, dando impulso ad una cavalleresca tenzone, improntata sempre al reciproco rispetto e caratterizzata da vivacissimi episodi di stile tipicamente goliardico.
Il carnevale goriziano culminava il "martedì grasso" con la popolarissima mascherata per le vie della città. Dalle prime ore del pomeriggio si raccoglievano in piazza Vittoria (allora Grande), un'imponente numero di carri allegorici allestiti da singoli cittadini, società e gruppi delle varie borgate. I carri erano trainati da due pariglie di buoi e trasportavano comitive di giovani mascherati, fra suon di fisarmoniche e cori campagnoli. Anche la nobiltà goriziana compariva in piazza a bordo di carrozze signorili infiorate, dalle quali venivano lanciate sulle vie monete e dolciumi che originavano zuffe divertenti della "mularia". Il corteo percorreva e ripercorreva per alcune ore piazza Vittoria, via dei Signori (Carducci), piazza Corno (de Amicis), alla presenza di quasi tutti i goriziani che accorrevano in festa nel cuore della città. Il giorno successivo nei vari rioni cittadini si inscenavano i "funerali" del carnevale, raffigurato da un pupazzo, che finiva impallinato o annegato, ed il tutto culminava in sbornie fenomenali.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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