Anna Bombig nacque a Firenze il 4 luglio del 1919 e rappresenta una di quelle figure di rilievo cittadine per quell’opera di salvaguardia della memoria e delle tradizioni, nonché per quella sua nobile gorizianità che la ha caratterizzata durante tutta la sua lunga esistenza. Si è spenta il 20 maggio 2013.
Tutti coloro i quali hanno avuto la fortuna di conoscere la maestra Anna Bombig, Ana di Fara, sono rimasti colpiti dalla sua voglia di vivere. Non mancava mai a nessun appuntamento importante e aveva sempre un pensiero gentile, uno scritto da leggere, un sorriso da offrire.
Insegnò alle scuole elementari del Goriziano (anche nel territorio che oggi si trova posizionato nello stato sloveno) dal 1938 al 1978.
Anna Bombig è stata una portentosa scrittrice di saggi storici ma soprattutto di composizioni in versi: i testi delle sue liriche sono stati fonte di ispirazion per tanti musicisti come Cecilia Seghizzi, don Narciso Miniussi, don Stanko Jericijjo e Giovanni Mazzolini, perché riflettevano lo spirito e la vita della popolazione.
Anche su questo aspetto Celso Macor ben coglie nella prefazione ad «Aga di riul» alcuni spunti di riflessione sulla liricità delle poesie della maestra che hanno radici molto profonde nel territorio e nella società: c’è un altro valore ancora nelle poesie e nelle prose di Anna Bombig. Ed è il linguaggio. Che non è solo il friulano, ma è la parlata materna, un sonziaco che si contorna meglio tra i confini di Farra. Non è solo un atto di autoctonia, un voler essere se stessa nella voce che dialoga con gli altri, ma è riposta senza intermediarietà artificiose alla musica di dentro, al sentimento passato nelle radici e raccolto negli echi delle voci care, con i segni dell’appartenenza alla storia, vissuta con la propria gente.
Ma Anna Bombig è stata soprattutto «La Maestra»: questo titolo la inorgogliva, e Macor ne dà una lettura molto attenta e personale: la maestra è un’altra delle figure che fanno da tornante dell’itinerario poetico di Anna Bombig. È stata la pagina della vita ed è stata anche questa una pagina d’amore. […]
Fu un’insegnante ed educatrice di intere generazioni di alunni che hanno visto in lei l’esempio di una persona tutta d’un pezzo, nella sua dirittura morale e forte della sua cultura permeata di alti valori e di profonda condivisione di fede.
Anche il canto è stato al centro dei suoi insegnamenti e della sua lunga vita; come si legge spesso nelle sue biografie notiamo che è stata la maestra del coro femminile parrocchiale di Farra per numerosi lustri e che ha partecipato a diversi concorsi con le scuole elementari.
Un ricordo di questa sua passione viene dato dal direttore del settimanale diocesano «Voce Isontina» Mauro Ungaro, che nell’articolo di commiato la ricorda proprio per la sua voce: per capire Anna Bombig bisognava sentirla cantare. Pareva impossibile che da quella figura così minuta, apparentemente fragile, potessero uscire note di tonalità così intensa. Per questo si rimaneva colpiti quando, fosse in una celebrazione liturgica o in un momento conviviale di allegria, intonava i canti della tradizione religiosa o di quella popolare, trascinando le altre voci in cori che sapevano raccontare l’anima e la tradizione di un popolo.
Anna Bombig era legatissima a molte realtà e borghi del Friulano e del Goriziano: uno speciale rapporto sentimentale lo aveva con il borgo di San Rocco di Gorizia, che rimane tra l’altro l’unico borgo friulano del capoluogo isontino. Nell’archivio della maestra è rintracciabile un fascicolo intitolato «Borc San Roc» nel quale si trovano decine di fogli di protocollo manoscritti, firmati e datati, in versi e in prosa friulana e italiana nei quali si leggono i pensieri e i saluti della maestra agli insigniti (persone o istituzioni) dello storico «Premio San Rocco».
La maestra ha iniziato questa bella e singolare tradizione nel 1988 con la consegna del premio al poeta e giornalista Celso Macor e nel 2008 ha dedicato l’ultima lirica alla signora Edda Polesi Cossàr, già presidente del sodalizio «Centro per le Tradizioni» che da quarant’anni svolge nella città di Gorizia un’intensa attività di promozione, conservazione e valorizzazione delle tradizioni locali, in particolare di quelle legate al Borgo di San Rocco.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco
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