Norma Emilia, nata nel 1922 nel Borgo di San Rocco da una vecchia famiglia del rione, fu una donna dagli interessi molteplici.
Fin da bambina dimostrò grandi doti artistiche, sia nel disegno che nell’ambito musicale. A otto anni già suonava il pianoforte e fu allieva, alle magistrali, del futurista Tullio Crali. Dopo il diploma magistrale superò brillantemente l’esame a Venezia per essere abilitata all’insegnamento del disegno ottenendo subito dopo la cattedra di disegno alla scuola media «Vittorio Locchi» di Gorizia.
Continuava a studiare lingue all’università lagunare, ma poi decise di optare per la facoltà di lettere e si laureò con il massimo dei voti a Torino. Successivamente vinse il concorso e divenne professoressa di lettere alla scuola «Favetti».
Tutta la sua vita sarà dedicata allo studio e ai suoi alunni; scomparve nel 1980, a soli cinquantotto anni, trentanove dei quali passati nelle aule scolastiche. La sua caparbietà la portarono a conseguire anche il diploma in pianoforte, sotto la guida della professoressa Russian, presso l’Istituto di musica di Gorizia che all’epoca trovava sede nel Palazzo Lantieri. Norma Silli era una fine intellettuale che frequentava con assiduità il Circolo di lettura, del quale era socia, e qui conobbe gran parte dell’ultima nobiltà cittadina nonché il suo futuro sposo Battista Jordan (1910 - 1993), ultimo esponente di una nota e aristocratica famiglia cittadina, con il quale si unì in matrimonio nel 1955.
Non c’era attività che non la incuriosisse e, negli anni Sessanta, iniziò a praticare il tiro con l’arco dopo aver fatto la conoscenza, sempre al circolo di lettura, del notaio Seculin che aveva creato il primo campo in città nel quale si poteva esercitare liberamente questo sport così singolare per quell’epoca. Ottenne anche in questo campo importanti risultati nei tornei regionali e nazionali. Però Norma era un’artista e, nella fattispecie, una pittrice acquerellista. Sperava di dedicarsi all’arte una volta in quiescenza e come ricordano i familiari: voleva cercare nuove soluzioni pittoriche ma il destino non le consentì di continuare a esprimere questa sua passione.
Norma Silli era legatissima a San Rocco: oltre ad aver esposto le sue opere più volte, negli anni Sessanta, in varie mostre organizzate nel nuovo oratorio, si occupò dell’ideazione del gonfalone del borgo in occasione del primo Carnevale Goriziano del 1956. L’amico Guglielmo Riavis realizzò il bozzetto del carro e lei il blasone. Ciò è desumibile proprio da un articolo apparso sulle colonne del periodico del Centro per le Tradizioni «Il nostri Borc» del dicembre 1980 n. 11 [...] urgeva una bandiera che facesse da avancarro, alcuni borghi già la vantavano, e... lo stendardo fu!!! Il bozzetto venne creato dalla defunta prof. Silli, sanroccara, autentica, dapprima limitato all’ufiel ed alla scritta Borgus Sancti Rochi che spiccavano sullo sfondo verde, per arricchirsi poi della corona e, lateralmente dei due rossi tori, simboleggianti la forza agricola. La realizzazione materiale dei sei stendardi su disegno di Norma Silli fu possibile grazie al lavoro del sarto Augusto Baucher.
I suoi quadri sono il prodotto di un’artista che è a tutti gli effetti un’artigiana del pennello, le sue tele fanno meditare senza quel tormento che segna il lavoro di molti suoi colleghi: rimandano a una Gorizia antica, a paesaggi e vedute di una natura modellata e ordinata, a una terra ricca e viva. Il suo tocco sicuro e tranquillizzante dona liricità e poesia a ogni lavoro.
I suoi lavori sono ancora oggi ritrovabili nelle case di molti goriziani ma anche in tante città d’Italia dove era solita esporre.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco
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