(Nella foto, Francesco Macedonio riceve il Premio San Rocco 2007)
Francesco Macedonio nacque nel 1927 a Idria (Idrija), attualmente in Slovenia, da una famiglia di musicisti.
Studiò in vari collegi della zona e dopo la maturità divenne insegnante elementare. La passione per il teatro nacque quasi subito anche attraverso il cinema e il circo.
Alla fine del secondo conflitto mondiale ebbe la possibilità di svolgere il ruolo di regista a Gorizia. La grande occasione giunse nel 1967, quando per il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, sito a Trieste, diresse un testo di Vittorio Franceschi «Gorizia 1916», interpretato dallo stesso Franceschi. Da allora Macedonio divenne il regista stabile del Teatro, dirigendo la famosa compagnia dei «dodici», gli attori che per numerosi anni costituirono il gruppo di riferimento fisso per gli allestimenti di produzione.
Fra gli spettacoli allestiti per lo Stabile «Sior Todero Brontolon», «Il mio Carso», «Avvenimento nella città di Goga» con Gabriele Lavia, «Casa di Bambola», «L’idealista» con Corrado Pani, «Vecchio mondo», «I Rusteghi», oltre alla trilogia in dialetto triestino di Carpinteri e Faraguna: «Le Maldobrie», «Noi delle vecchie province» e «L’Austria era un paese ordinato», uno dei successi più grandi nella storia del teatro triestino. Nel 1969 è regista de «Il mio Carso» di Scipio Slataper: fra gli interpreti Mimmo Lo Vecchio, Orazio Bobbio, Ariella Reggio, Gianfranco Saletta e Giorgio Valletta.
La sua carriera prosegue anche a Fiume per il Dramma Italiano di Fiume, a Lubiana per lo Slovensko Narodno Drama o a Bologna per Nuova Scena. Nel 1976, assieme agli attori Orazio Bobbio, Ariella Reggio e Lidia Braico, fonda il Teatro Popolare «La Contrada» del quale è stato direttore artistico fino alla sua scompar- sa: la sinergia irresistibile tra Reggio, Bobbio e Saletta sarà una delle armi vincenti di decenni di successi per il teatro triestino. Nella veste di direttore artistico mise in scena decine di spettacoli, spaziando dal teatro in dialetto triestino a quello in lingua italiana, dal repertorio brillante a quello drammatico, sino a numerosi allestimenti per il tea- tro dei ragazzi.
Curò inoltre la messa in scena di alcuni spettacoli pela compagnia dei «Piccoli» di Podrecca e di alcune opere e operette per il Teatro Giuseppe Verdi di Trieste.
Nel 2007 il Borgo di San Rocco, a nome della città di Gorizia, lo insignì del «Premio San Rocco» per gli altissimi meriti nel campo culturale e teatrale. Nel 2012 vinse il Premio Flaiano per la regia di «Gin Game di Coburn», con Valeria Valeri e Paolo Ferrari.
Nel 2013, a grande richiesta di pubblico, tornò a dirigere la compagnia della Contrada nel testo più amato dal pubblico triestino, «Due paia di calze di seta di Vienna» di Carpinteri e Faraguna (per la quinta edizione), che si riconfermò ancora una volta un grande successo.
Si dedicò anche alla scrittura drammaturgica, componendo, in collaborazione con Nino Perno «Quela sera de febbraio», «Un’Isotta nel giardino» e «Antonio Freno». Anche numerose commedie espressamente pensate per il teatro ragazzi, come «La vecchia e la luna», «Bandiera»,
«Scarabocchio», «Dietro la cometa», «E tutto per una rosa», «La vigilia di Natale» e «Giro giro tondo». Scomparve all’età di 87 anni nel 2014
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco
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