Il Monte Santo si erge a nord-est della città di Gorizia, a cavallo tra le valli dei fiumi Isonzo e Vipacco. Dall’alto dei suoi 682 metri offre una straordinaria veduta delle Alpi Giulie, della Selva di Tarnova, del Collio, dell’altopiano carsico, fino a raggiungere il Mare Adriatico.
Si trova in uno straordinario anfiteatro eretto dalla natura, ed il suo santuario affiancato da un’alta torre campanaria, lo rende inconfondibile anche dalla pianura.
La mostra dedicata ai “300 anni dall’Incoronazione dell’Effigie della Madonna del Monte Santo sopra Gorizia”, curata dal Centro delle tradizioni popolari di Borgo San Rocco, offre uno spaccato delle vicende storiche che hanno coinvolto il luogo e la sacra immagine. Preziose pubblicazioni, incisioni, manifesti, cartoline e fotografie provenienti dalla Biblioteca Statale Isontina, dalla Biblioteca del Seminario Teologico di Gorizia e da collezioni private raccontano di una storia iniziata nel 1539, quando la Vergine Maria apparve ad una giovanetta di Gargaro, là dove nel 1544 sorse il tempio.
In quell’occasione il patriarca di Aquileia, Marco Grimani, donò un quadro con l’effige della B.V. Maria con Bambino, attorniata da santi, attribuibile alla cerchia del pittore veneziano Palma il Vecchio. Il 6 giugno 1717, fra una moltitudine di fedeli, l’effige fu incoronata nella gran piazza di Gorizia, l’attuale Piazza Vittoria.
La sacra immagine trovò ospitalità a Salcano quando, nel 1786, la soppressione del tempio-santuario voluta dall’imperatore Giuseppe II, la rese profuga.
Solo dopo la ricostruzione della Chiesa, nel 1793, la sacra immagine fece ritorno al Monte Santo, fra una gran moltitudine di genti. Numerosa fu sempre la partecipazione dei fedeli in occasione dei successivi pellegrinaggi, come quello organizzato nel 1872 con l’intento di testimoniare solidarietà a papa Pio IX.
Straordinario per la portata storica fu il pellegrinaggio del 1922, quando la sacra immagine, proveniente da Lubiana, ritornò al suo antico sito, tra le devastazioni della Grande Guerra.
L’attuale santuario, eretto nel 1928 e completato nei portali nel 1938, ben accolse i fedeli l’anno successivo, in occasione dei festeggiamenti del 4° centenario dalle apparizioni. Particolarmente suggestive sono le finestre colorate del 1939; nello stesso anno venne inaugurato nella chiesa un nuovo organo, mentre le famose campane risalgono al 1921.
All’indomani della conclusione del secondo conflitto mondiale, la mutilazione subita da Gorizia separò di fatto la città da quel luogo di spiritualità. Per secoli il Monte Santo è stato un centro di aggregazione religiosa e civile per le popolazioni delle convalli circostanti e della pianura isontina, nonchè meta di costanti visite di genti italiane, slovene, austriache, friulane che, tuttora, rivolgendosi alla Vergine Maria, invocano la sua materna protezione.
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