★ 20 luglio del 1928, Avce (sopra Kanal, oggi Slovenia) |
† 25 gennaio del 2007, Gorizia |
Sacerdote, educatore, musicista, direttore di coro e compositore |
Nella foto - kulturnidom-ng.si - il compositore Stanko Jericio
Stanislao o Stanislav Jericijo, ma per tutti don Stanko, nacque ad Avce (sopra Kanal, oggi Slovenia) il 20 luglio del 1928. Venne ordinato sacerdote ancora ventiduenne il 2 luglio del 1951 e dal 1961 fino alla morte sarà Vicario parrocchiale di S. Ignazio, pianista, compositore e direttore dell’omonimo coro cittadino. Studiò pianoforte con Ersilio Russian e Alessandro Costantides e composizione con Guido Pipolo: del temibile esame di diploma in composizione parlerà diffusamente per tutta la vita. Insegnò educazione musicale alla scuola media “Ivan Trinko” e dirisse i cori “S. Ignazio” e “Lojze Bratuž” per diversi decenni.
Don Stanko Jericijo può essere annoverato tra i più importanti direttori di coro, musicisti e compositori della regione al pari di Corrado Bartolomeo Cartocci (1839 – 1911), Augusto Cesare Seghizzi (1873 – 1933), Emil Komel (1875 – 1960), Rodolfo Lipizer (1895 – 1974), mons. Albino Perosa (1915 – 1997), don Narciso Miniussi (1920 – 1995), Cecilia Seghizzi (1908) e Orlando Dipiazza (1929).
La sua opera conta un numero considerevole di mottetti (per voci miste o bianche), messe, composizioni per organo, ma anche per solisti, ottoni, orchestra sinfonica o d’archi. Le sue partiture si distinguono per la ricerca e la volontà di sperimentare linguaggi anche molto estremi: sfrutta le possibilità della serialità o serie dodecafonica (
Te deum, per solisti, doppio coro, organo e strumenti del 1982), si serve della politonalità, di accordi simultanei,
cluster tendendo a spezzettare la linea melodica (Missa
Sic Benedicam te per solisti, coro e orchestra d’archi del 1989) e utilizza spesso altre scelte musicali “d’urto” che provocano talvolta una struttura melodica non propriamente trasparente e di difficile ascolto. In questa poliedrica ricerca si alternano negli anni lavori estremamente diversi, da brani tonali (
Sinfonia breve del 1986, il
Santo del 1993 o
Tuo è il regno del 1994), a opere di impostazione monumentale come l’
Historia hominis per coro misto (1989) o di respiro sinfonico come il
Berglied per sola orchestra. Il suo lavoro si distanzia, per forma e sostanza, da altri compositori locali.
Sempre pronto a mettersi in discussione e grazie alla sua pazienza, caratteristiche che lo contraddistinguevano, don Stanko riuscì, ormai non più giovane, a fondare un coro di voci bianche che avvicinava al coro “grande” in numerose occasioni: già dopo pochi mesi di prove fece eseguire al piccolo coro l’
Ave Maria di Schubert con l’accompagnamento dell’orchestra e la
Messa per voci bianche con accompagnamento d’organo che aveva scritto nel 1996.
Si può affermare che il M° Jericijo è stato veramente un testimone eccezionale e privilegiato dei maggiori avvenimenti che si sono susseguiti nella città di Gorizia negli ultimi decenni. Sono certo e auspico che la sua personalità e l’enorme mole di composizioni saranno meta di studi approfonditi negli anni a venire, ma ciò che conta più d’ogni altra cosa è il ricordo e la memoria che ognuno di noi porterà per sempre con sé di un uomo, di un sacerdote umile, cordiale, semplice, intelligente, sempre disposto ad ascoltare e pronto a sacrificarsi.
L’ultima uscita che lo ha visto protagonista è stata la celebrazione per i cinquant’anni di fondazione del coro “S. Ignazio”, il 29 gennaio del 2006: debole e sfibrato dalla malattia, ma con mano sicura e decisa, diresse ancora una volta; si è spento serenamente il 25 gennaio del 2007 lasciando a quelli che lo hanno conosciuto un amabile ricordo.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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