Franco Dugo è nato nel 1941 a Gargaro (Grgar), un piccolo paese ora in Slovenia. È sempre vissuto a Gorizia e qui si è dedicato all’arte, anche se abbastanza tardi dopo anni di svariate esperienze che lo hanno visto operaio, militante politico, pugile dilettante, lettore assiduo e onnivoro, appassionato di opera e jazz, e attivissimo negli ambiti culturali e associativi cittadini.
Del 1972 è la prima mostra nella Galleria «il Torchio» di Gorizia. Nel 1975 partecipa alla X Quadriennale «La nuova generazione di Roma».
Dal 1982 inizia una attività artistica, di respiro internazionale e di notevole successo che vede l’artista ancora oggi al centro della vita culturale italiana ed europea. Anche l’attività grafica occupa un posto preminente nella sua produzione artistica e diviene una costante nelle più importanti rassegne internazionali del settore: da Lubiana a Cracovia, da Berlino a Tokyo, da Milano a Maastricht.
Nel 1983 è invitato alla mostra «Incisori nelle Venezie tra Avanguardia e Tradizione» a Palazzo Torriani a Gradisca d’Isonzo e a Palazzo della Ragione a Padova. Nel 1989 viene segnalato per la pittura tra gli artisti dell’anno nel Catalogo Bolaffi - Mondadori. Nel 1986 il Victoria & Albert Museum di Londra acquista le due grandi incisioni «L’Atelier» e «La Modella» esposte alla Nineth British International Print Biennale di Bradford. Nel 1987 espone alla Galleria civica d’arte moderna di Palazzo dei Diamanti a Ferrara. Nel 1990, chiamato dal critico d’arte Vittorio Sgarbi, viene premiato al XXX Premio Suzzarra e nello stesso anno il Comune di Gorizia ospita nelle sale del castello una ampia mostra antologica delle sue incisioni. Nel 1991 espone nel Castello Estense di Mesola e al Castello Svevo di Bari.
Dal 1992 la pittura torna al centro nel mondo del maestro Dugo, ricominciando dai paesaggi con lavori a pastello e olio: cieli, prati, boschi e colline, nonché un numero considerevole di ritratti. Quest’ultimo genere attraversa tutta la sua produzione: a olio, pastello, disegno acquerello, calcografia, è presente come tema autonomo o all’interno di interi cicli, 313 sia come omaggio a personalità della cultura, sia come ricerca e curiosità per l’uomo e le sue vicende.
L’attività degli anni Novanta e Duemila è senza sosta: dalla Biennale nazionale d’Arte al Palazzo della Permanente di Milano, a Palazzo Sarcinelli a Conegliano, alla Galleria d’arte contemporanea «Spazzapan» di Gradisca, nonché in decine di altre mostre collettive e personali che si estendono in tutta l’Italia: nel 2005 a Brescia interpretando Albert Dürer, nel 2013 a Bologna con una rilettura di Vermeer e per giungere, nel 2015, ad esporre nel padiglione Italia alla grande Esposizione Universale di Milano.
Unisce alla produzione artistica anche l’insegnamento accademico: tra il 1989 al 1995 all’Accademia di Belle Arti di Venezia e nel 1996 chiamato all’Accademia di Belle Arti di Firenze.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco
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