Il 5 febbraio 1928 Enrico Miani presentò «lo studio per la decorazione pittorica murale del Presbitero della Chiesa Metropolitana di Gorizia», affermando «in primo luogo di rispettare il più possibile l’organismo architettonico dell’edificio, la sua semplicità ed eleganza, il suo carattere, tenendo ben conto dell’arredamento specie in quanto si riferisce alla decorazione delle pareti.
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I lavori furono inaugurati il 23 giugno 1929, data di consacrazione dell’altare maggiore che segnava la conclusione della laboriosa opera di riedificazione e restauro del duomo goriziano.
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Enrico Miani dipinse i Quattordici angeli reggenti i simboli della Passione di Cristo e gli Evangelisti.
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Gli angeli sono stati incapsulati in spicchi poligonali aguzzi risultanti tra le fitte nervature, compressi in una gabbia che fatica a contenerne le proporzioni che incombono sul riguardante; vestono tuniche azzurre eteree, impalpabili e svolazzanti che delineano con sapienza le estremità inferiori; mostrano lineamenti aggraziati, adolescenti, privi di un genere definito, uniti ad espressioni imbronciate incorniciate da acconciature ampie e vaporose.
Al centro della volta, al di sotto della chiave tonda con il monogramma cristologico XP, entro quattro petali esagonali, spicca una croce greca in foglia d’oro in un disco solare raggiato contornato da dodici serafini; ai lati, entro quattro losanghe, sono inseriti i simboli degli Evangelisti (l’angelo di Matteo, il leone di Marco, il bue di Luca e l’aquila di Giovanni) realizzati attraverso l’uso di un riuscito ed elegante monocromo.
Completano la decorazione della volta due soli raggiati su fondo blu stellato, due chiavi tonde siglate con A e ω (ancora un richiamo a Cristo) e cinque losanghe con simbolo stilizzato e crocetta. Nelle unghie i simboli eucaristici delle spighe e dei grappoli, unitamente ad altri elementi poligonali semplificati, completano il ciclo decorativo.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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