In piazza del Municipio spicca Palazzo Attems-Santa Croce che venne ultimato da Nicolò Pacassi nel 1740. All’epoca l’architetto aveva appena 24 anni. Questo risulta essere il primo grande progetto attribuito all’architetto Goriziano, che ideerà e realizzerà altri due notevoli palazzi per la nobile famiglia degli Attems: il Palazzo di Piazza Corno nel 1745 e quello di Podgora del 1748 andato distrutto durante il primo conflitto mondiale, l’8 agosto del 1915.
Dell’originario Palazzo Attems – Santa Croce, oggi Palazzo Municipale, permangono solamente i tre balconcini sul fronte stradale, la loggia jonica rivolta al giardino e la doppia scalinata d’ispirazione veneta, con gli altri gradini che conducono al primo piano. L’edificio venne completamente modificato da Johann Christoph Ritter de Zahony, subito dopo l’acquisto del 1823.
Palazzo Attems Santa Croce strutturato, come tutte le progettazioni del Pacassi, secondo il rigido asse longitudinale della logica palladiana, disposto ortogonalmente rispetto la simmetria della facciata, in origine presentava una pianta tripartita, nei modi del palazzo veneto, con al primo piano un salone per feste e ricevimenti, utilizzato anche come disimpegno per le stanze, che erano quattro per ciascun lato. Il pianoterra era costruito, in analogia a quello superiore, con un androne a collegare l’esterna piazzetta Santa Croce alla corte interna e al parco, attraverso i quali si sviluppava un passaggio pubblico, in uso fino agli anni Trenta quando venne realizzata via Barzellini, a collegare via Rabatta e l’abitato di San Rocco con il centro della città.
Il Consiglio Comunale, presieduto dal podestà avvocato Francesco Marani, nelle sedute del 27 e 28 dicembre 1907 deliberò l’acquisto del Palazzo con cortili e serra per un controvalore di 330.000 corone da pagarsi entro il marzo del 1911; nello stesso palazzo dimorava anche la famiglia della baronessa Angiolina Ritter de Zahony Sartorio che intervenne nelle trattative per una somma di 30.000 corone da pagarsi in tre rate uguali tra il 1909 e il 1911. Il formale passaggio avvenne il 17 marzo del 1908.
Gli uffici amministrativi vennero immediatamente spostati nel nuovo complesso ma la sala del Consiglio Comunale rimarrà (fino al 1965) in Corso Verdi nell’edificio costruito dal Podestà Giacomo di Colloredo-Mels nel 1863, secondo le indicazioni dell’architetto Giuseppe Brigida; oggi, sulla facciata al numero civico 95, è ancora visibile lo stemma della città di Gorizia.
Il Palazzo Ritter de Zahony subirà nei decenni successivi varie modificazioni per mano dell’ingegnere capo del Comune Riccardo Del Neri (1896 – 1964) che interverrà sulla facciata cambiandola radicalmente, poi, negli anni Settanta del Novecento, con la consulenza dell’architetto Guglielmo Riavis (1917-1987), verrà modificato l’androne d’ingresso con nuovi rivestimenti in pietra d’Aurisina, si realizzeranno gli attuali accessi al vano scale e lo stesso Riavis si occuperà personalmente dell’arredamento interno delle sale al piano nobile.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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