Ingredienti
Per il sugo: un gallo, possibilmente vecchio e ruspante, di 2,5-3 kg tagliato a pezzi, una carota, una cipolla, 2 spicchi d’aglio, rosmarino, timo, maggiorana, salvia, un bicchiere di vino bianco secco, 3 cucchiai di farina, brodo di carne, una fetta di lardo, un bicchiere di olio d’oliva, sale e pepe. A piacere si può aggiungere al sugo qualche cucchiaio di salsa di pomodoro o uno di concentrato.
Per la pasta: 8 hg di farina di frumento tipo 00, 3 uova intere e 4 tuorli, un cucchiaio di olio di oliva, sale.
(per circa 8-10 persone)
Preparazione
Fate soffriggere in olio la cipolla, l’aglio, la fetta di lardo, la carota e le erbe aromatiche. Fate rosolare nel soffritto i pezzi di gallo dopo averli leggermente infarinati. Aggiungete il vino e, quando questo è evaporato, il pomodoro eventuale ed il brodo fino a coprire i pezzi di pollo. Cuocete lentamente e se necessario aggiungete del brodo.
Quando la carne è cotta, passate il sugo al passaverdura e fate restringere sul fuoco.
La pasta si prepara in maniera tradizionale con l’aggiunta anche di poca acqua tiepida nell’impasto. Una volta stesa si taglia a blécs (quadri irregolari, forme romboidali). La pasta lessata va condita poi con il sugo e con qualche pezzetto di carne di gallo. Il sugo di gallo si usa anche per condire i mlinci.
Il gallo è un animale il cui uso è raramente previsto nei ricettari locali anche se le macellerie del Friuli orientale lo propongono in inverno, mentre nel pordenonese è una carne più prettamente estiva. Il l° agosto, i Celti celebravano la solennità Lughnasadh, dedicata al dio sole, Lug, e con l’affermarsi del Cristianesimo questo giorno divenne la festa del raccolto. I riti arcaici prevedevano il sacrificio di un’incarnazione animale dell’anima del grano per propiziare un raccolto copioso l’anno successivo.
La commemorazione si è trasformata nel tempo nelle campagne del Friuli Occidentale in festa maschile, la Festa dei Òmeni (‘degli uomini’), all’inizio d’agosto, con il sacrificio del gal de semensa. Un tempo in campagna si preservavano per la perpetuazione della specie alcuni galletti provenienti dalle covate del nuovo anno e, di questi, il più valido veniva conservato a fini procreativi con il nome di gal de semensa che, vecchio, in occasione della Festa dei Òmeni, veniva cucinato in umido e offerto al capo famiglia come allusivo rito propiziatorio. La memoria di tale usanza si perde nel tempo, da più generazioni, come confermato dalle testimonianze orali degli abitanti dello Spilimberghese, della Pedemontana e della bassa Pordenonese. Nel Friuli orientale invece, con il benessere degli inizi degli anni Cinquanta la gente comincia a frequentare sempre di più i locali pubblici specialmente nei fine settimana. Una storica trattoria nata a fine Ottocento nella località Blanchis a Mossa, la trattoria Blanch, per soddisfare il crescente numero di clienti, prova a preparare qualche nuovo piatto invernale e comincia a proporre i blecs cul gjal, ovvero maltagliati con il gallo, rispolverando i blecs della tradizione e riuscendo a convincere i clienti che raramente si discostavano da minestrone, gulasch e trippe. Lentamente il piatto si è poi diffuso in tutto il Collio diventando una pietanza oggi tipica e tradizionale.