Fate una pasta frolla con 75 g di farina, 75g di burro, 35 g di zucchero e un pizzico di sale, mettetela come base in una tortiera cuocetela a 180° fino a che prende colore.
Sbattete poi 2 uova intere con 180 g di zucchero e un pizzico di sale e la buccia grattugiata di un limone e i semi di un baccello di vaniglia. Sempre sbattendo aggiungete 150 g di burro morbido e amalgamate infine 150 g di farina setacciata.
Il dolce non ha lievito e non serve montare i bianchi a neve. Denocciolate poi un kg di ciliegie e mettetele sulla base di frolla cotta, spolverizzatele con poco zucchero e ricoprite con la montata.
Cuocete con il forno prima a 150° e poi a 180° alla fine per un’ora in totale. Avrete una splendida torta profumata, da servire spolverizzata di zucchero a velo, dove il croccante burroso della base si sposa perfettamente con il morbido aspro della frutta e il dolce dell’impasto. Ottima realizzata anche con albicocche o altra frutta.
Il dominio asburgico della Venezia Giulia ci ha lasciato alcuni piatti raffinati e ricercati della cucina borghese dell’800. Tra questi alcuni dolci che definirei ‘umidi’ che vanno sotto il nome o di Coch o di soffiati, cioe souffle o Auflauf, o di budini, che forse sono ancora attuali nella cucina inglese con i pudding.
A proposito di Coch, Caterina Prato nel suo ‘Manuale di cucina per principianti e cuoche gia pratiche’ del 1892 scriveva: “sotto il nome di Coch (Koch) si comprendono le paste leggere leggermente zuccherate che si cuociono od al forno o con la brace sotto e sopra come pure a bagnomaria, a vapore. Si versano in forma ed ammanite che siano, si riversano dalle medesime su terrine (…) che si ungono internamente con burro e si cospargono di zucchero. Riversate si contornano con una salsa dolce”.
Il coch e un parente stretto del budino i cui ingredienti sono spesso costituiti da biscotti, riso, semolino, ma anche mandorle, frutta di stagione o quanto di dolce possa essere cotto secondo la fantasia delle cuoche. Il coch puo essere cotto come il budino a bagnomaria in uno stampo di metallo con coperchio, imburrato e cosparso di zucchero; va servito tiepido.
Questa sorta di sformati dolci erano in gran voga tanto che la Prato ne riporta ben 22 versioni dolci diverse, iniziando con un curioso ‘Coch di tagliatelle’ dove in una tortiera intonacata da pasta frolla vengono messe delle tagliatelle fredde, cotte in latte zucchero e vaniglia, amalgamate con rossi d’uova, zucchero e bianchi a neve ed il tutto cotto al forno. Nei ricettari locali si trovano Coch di arance, di ciliegie, di crema, di limone, di pane, di patate, di riso, all’aroma di cioccolata, ma anche Coch di frittate e di ricotta, solo per citare le versioni piu comuni. Il piu classico e il Coch de Gries, o Grieβkoch, una sorta di budino a base di semolino, impreziosito con uvetta e, a volte, pinoli o frutta secca, che si presenta come un souffle poiche ha al suo interno gli albumi montati a neve, a differenza dei classici sformati, budini e flan.
E' un dessert che era diffuso a Trieste, Gorizia, nella Slovenia e in Istria. Attualmente il coch e un piatto in disuso e di difficile reperibilita nella ristorazione pubblica.