La nostra era un’amicizia nata in archivio almeno una quindicina di anni fa. Fin dai primi incontri mi parlò della sua ricerca riguardante l’eremita e già allora ho cominciato a seguire il progredire dei suoi ritrovamenti che mi comunicava sempre con gioia ed entusiasmo. Dapprima con cautela, ma successivamente sempre più iniziammo a raccontarci anche altro: i figli, i nipoti, i consorti, il giardino, il cane... Si interessava della legna da acquistare per l’inverno, dell’insalata da piantare nell’orto e gradiva, mentre si chiacchierava a casa mia, un caffè che mio marito gli preparava con un sorso di grappa.
Ci sconvolse la notizia del suo male e più di una volta abbiamo pianto, lui, mio marito ed io. Abbiamo allora accelerato i lavori con l’Istituto di Storia Sociale e Religiosa nella rilettura del testo sull’eremita per pubblicarlo e dargli una gioia che per tanti anni non era riuscito a realizzare. Non ci siamo riusciti! Giorgio è mancato troppo presto. Non saprei dire che cosa ci manca di più di Giorgio: la sua gioia di vivere, la sua disponibilità le frasi fatte che tirava fuori per ogni occasione, la sua curiosità per la storia locale, la volontà di riuscire a portare a termine ogni ricerca che iniziava, la gioia di poter rendere partecipi gli altri di ciò che aveva scoperto, il rispetto e la signorilità che lo distinguevano pur nella sua semplicità. Non usava il computer quindi si appoggiava a me ogni qualvolta ne aveva bisogno e con la meraviglia di un bambino era sorpreso di quante belle cose si riusciva a fare. Certamente per la vicenda dell’eremita avrebbe continuato nella ricerca, noi però proponiamo il riordino dei documenti che ha raccolto tralasciando le notizie sulla chiesetta dell’eremita che sicuramente devono essere approfondite e troveranno posto in una successiva pubblicazione.
Grazie a Giorgio e alla sua famiglia che ha tanto amato per averci concesso di pubblicare i documenti che lui aveva trovato. Avevamo sete di sapere e qualunque scoperta anche minima ci entusiasmava. L’ultimo viaggio in archivio a Venezia, con un amico ricercatore, ci ha dato grande soddisfazione, ma purtroppo le foto che abbiamo fatto in piazza San Marco sono andate smarrite: nel viaggio di ritorno in treno ci hanno rubato la digitale. Sarebbero state un prezioso ricordo anche se ciò che rimane nel cuore non può fortunatamente essere rubato.Grazie!
La Redazione e il Comitato di redazione hanno accolto immediatamente la proposta della prof.ssa Liliana Mlakar. Il lavoro di Giorgio ci entusiasma, vediamo ancora nei suoi occhi la curiosità unita all’insaziabile voglia di scoperta. Sempre piegato sui registri e sulle carte con impegno, costanza e tenacia. Questa sua ultima fatica meritava di essere pubblicata ed è un po’ come ricominciare da capo anche per noi.
Dopo 25 anni ritorniamo con Il nostri Borc: nuova grafica, nuovi autori, nuova struttura, immutata passione. Il nuovo inizio lo dedichiamo tutto al caro Giorgio e, senza tema di smentita, questo giallo storico sull’omicidio secentesco dell’Eremita è un vero e proprio tesoro per la città di Gorizia.
Anche per questo Grazie Giorgio da parte di tutto il Borgo.