L'8 aprile all'ora di pranzo è tornato alla casa del Padre il nostro caro Pietro, Piero - Pieri, Stacul. Era nato nel lontano 1929, il 9 di febbraio, e come ricordava sempre: "mi son nato coi Patti Lateranensi, mia mamma me diseva che era grande festa" e tutti lo ricordiamo con grande gioia il giorno del 90° compleanno quando la corale e i campanari gli dedicarono una grande festa nella Sala "Incontro" della parrocchia e gli donarono una targa a ricordo dei decenni passati sulla cantoria e sul campanile.
Il caro Piero è stato il decano della Corale del Borgo e uno dei campanari più longevi dell'Arcidiocesi di Gorizia. Fin da piccolo aveva iniziato a suonare le campane, grazie agli insegnamenti di suo padre, e insieme al fratello Dario faceva "cantare le campane". Nel 1976 aveva avuto una lungimirante idea e cioè quella di istituite la "Gara dai Scampanotadors" che ancora oggi si svolge durante la sagra agostana di San Rocco. E' in assoluto la gara, poi divenuta rassegna d'arte campanaria, più antica del Friuli, dove si sfidano decine di campanari del Goriziano, della Slovenia e del Friuli storico. Piero Stacul era un maestro campanaro che ha saputo valorizzare, salvare e proporre melodie antiche proveniente da varie tradizioni musicali, sue sono le suonate denominate "la San Rocco 1" e "la San Rocco 2".
Nel 1948 iniziò la lunga attività di cantore dell'antica Corale Santa Lucia di Borgo San Rocco. Era appena diciannovenne quando venne chiamato dall'allora maestro Bruno Cumar, classe 1914, che aveva da pochi mesi ripreso in mano le redini del Coro dopo i decenni di direzione del maestro Emil Komel. Pietro Stacul era un baritono potente e sicuro, una voce possente, probabilmente possedeva l'orecchio assoluto e nella corale era una voce indispensabile per la perfetta riuscita dei repertori. In quei primi anni sotto la direzione di Bruno Cumar le prove si svolgevano con regolarità e più volte la settimana, in questo modo la corale poté arricchirsi di un repertorio di tutto rispetto con decine di mottetti e svariate messe. Pietro Stacul è stato un cantore fedele ed è rimasto al suo posto finché le forse glielo hanno concesso. Ancora il 13 dicembre 2019, festa di San Lucia patrona della Corale, era salito in cantoria, ormai visibilmente provato, e aveva cantato con gioia e con il vigore di un tempo la Missa prima Pontificalis di Lorenzo Perosi che lui amava particolarmente. Pietro sapeva a memoria tutto il repertorio musicale storico ma si metteva in gioco e voleva imparare anche le nuove proposte che di tanto in tanto venivano presentate al Coro. Era un gran piacere sentire la sua voce, calda e possente, cantava con una sicurezza assoluta e senza sbavature anche a novantanni. E' stato un maestro per i giovani che si sono avvicinati al coro nei decenni, infatti era molto semplice imparare la propria parte cantando vicino al Piero. Io, personalmente, lo ho conosciuto nel 1998, quando ho iniziato la mia attività da organista, e ricordo bene quanto ci teneva a cantare le grandi messe tradizionali come quelle pontificali del Perosi o il famoso Requiem per soli uomini che si esegue a San Rocco da oltre cento anni. Era un uomo di grande spirito, al quale piaceva fare la battuta sagace e la risata, una persona energica, non andava certo per il sottile e non si possono dimenticare gli scontri che in una Corale ci sono sempre, ma poi tutto finiva con una risata e si andava avanti. Piero è stato veramente un cantore d'altri tempi, sempre presente alle prove anche in inverno insieme alla sua fedele bicicletta (magari le chiavi gli cadevano nel giardinetto e poi tutti a cercarle), e sempre in giustificato ritardo all'esecuzione, infatti prima saliva sul campanile a suonare le campanile e poi via di corsa in cantoria e magari arrivava proprio per l'Amen del Gloria! Ci eravamo stupiti l'anno passato quando era arrivato per primo in cantoria il giorno di Pasqua, per la prima volta dopo quasi 80 anni non era salito sulla torre campanaria, forse era il segno che il tempo si era compiuto. Noi tutti però lo vogliamo ricordare sempre appoggiato alla balaustra della cantoria, con la sua parte in mano e lo sentiamo ancora cantare il "Jesu dulcis memoria" o il "cum sancto spirito" della prima Pontificalis.
Abbiamo un solo rammarico non averlo potuto salutare con le note del suo amato "Requiem" di Lorenzo Perosi a causa delle restrizioni dovute al coronavirus ma quando tutto sarà finito certamente gli dedicheremo un ricordo solenne con le note che lo hanno accompagnato durante tutta la sua lunga esistenza.
Mandi di cur Pieri, Sit tibi terra levis, il coro degli angeli ha sempre bisogno di un grande baritono!