È con ogni probabilità la prima traduzione in friulano di canti della Divina Commedia quella che si trova tra i manoscritti di Carlo Favetti, uomo politico e letterato goriziano, figura di spicco nel panorama cittadino del XIX secolo.
Favetti, dunque, provò o tradurre alcune terzine dell'Inferno di Dante: solo dell'Inferno. Infatti, nel manoscritto della Biblioteca Comunale di Udine si trova soltanto una antologia di versi della prima cantica del poema dell'Alighieri: parte del III canto, vale a dire l'ingresso nell'inferno; due frammenti del V canto, dedicati rispettivamente al giudice infernale Minosse e a Francesca da Rimini; i primi sei versi del XIX canto su Simon Mago e i simoniaci; e la parte del XXXIII canto dedicata al conte Ugolino.
Nessun esempio tratto dal Purgatorio o dal Paradiso. Non molto dunque quantitativamente parlando, ma una testimonianza estremamente significativa rimasta finora inedita.
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È possibile che il suo lavoro di traduzione fosse stato avviato e lasciato interrotto nel 1865, sull’onda del rinnovato interesse per Dante provocato dal sesto centenario della sua nascita.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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