Il Seminario Teologico Centrale ha un posto di grande importanza tra le istituzioni scolastiche goriziane.
La città di Gorizia, prima ancora di diventare sede arcivescovile, poteva vantare istituzioni educative ecclesiastiche di alto livello, a partire dall’importantissimo Collegio Gesuitico.
Sarebbe stato il primo arcivescovo di Gorizia, Carlo Michele d’Attems, a sostenere l’erezione di un primo seminario diocesano, la Domus presbyteralis, in un epoca in cui il passaggio attraverso un Seminario non era obbligatorio per ricevere l’ordinazione sacerdotale, ma iniziavano ad essere richiesti in primo luogo dallo Stato percorsi di formazione per quanti volessero ambire ad un ufficio parrocchiale. La Domus fu attiva dal 1757 al 1783 quando, a seguito delle direttive del governo di Giuseppe II, vennero soppressi i seminari diocesani.
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Appena nel 1814, terminate le occupazioni francesi e stabilizzata l’autorità asburgica sull’area altoadriatica, il Governo imperiale decise l’erezione a Gorizia, città di solide tradizioni educative ecclesiastiche, di un Seminario Generale (o Centrale) per i territori sottoposti al Governo marittimo di Trieste (il Litorale), sfruttando le dotazioni economiche esistenti (e non cancellate) delle molte diocesi della zona, oltre alla disponibilità della struttura goriziana, che andava sì riattata, ma non esigeva nuove edificazioni.
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Il nuovo seminario all’atto pratico era una struttura complessa. Al momento dell’apertura (12 novembre 1818) nel Seminario, ospitato nella struttura della vecchia Domus Presbyteralis che sarebbe stata poi ampliata, possiamo riconoscere il convitto, che aveva un proprio Rettore, ed il Corso Teologico (che aveva sede nella stessa struttura); in un primo momento venivano poi accettati anche allievi del Corso Filosofico (il ginnasio pubblico). I docenti del Corso Teologico facevano riferimento allo Studio teologico di cui formalmente direttore era lo stesso vescovo di Gorizia.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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