(Immagine: l'architetto Guglielmo Riavis (al centro) mentre sovraintende in un cantiere)
Guglielmo «Willy» Riavis nacque il 13 aprile del 1917 a Klagenfurt, terzo di undici figli. Dopo l'esilio austriaco, durante la prima guerra mondiale, fece ritorno a Gorizia con tutta la famiglia, ma venne immediatamente inviato a Napoli e poi, a seguito delle truppe alleate come ufficiale dell’esercito italiano, a Moncalieri nelle vicinanze di Torino dove abiterà con la moglie fino alla fine del conflitto.
Si laureò nel 1946 e nel 1947 fece definitivamente ritorno nella sua amata Gorizia.
La sua carriera iniziò come grafico, pittore ed esperto di design di interni. Per conto della Tipografia Sociale Goriziana, per il Comune, per la Pro Loco e per l’Arcidiocesi di Gorizia, manifesti e medaglie. I suoi lavori di maggiore rilievo sono sicuramente i disegni dedicati alla sfilata folkloristica del mese di agosto e i loghi della Fiera di Sant’Andrea e della Sagra di San Rocco. Oltre a queste attività progettava e allestiva gli stand espositivi per la Fiera dell’Alpe Adria in tutta la Regione, in Austria, nell’ex Jugoslavia (a Zagabria) e a Firenze.
Nel 1950 ottiene l'abilitazione all'insegnamento e divenne professore di disegno, prima al Magistero della Donna di Gorizia e, a breve distanza, insegnante alla Scuola Regionale dei Corsi di Merletto sezione di Gorizia, della quale è anche uno dei fondatori: sarà proprio Riavis a rivoluzionare il classico merletto bianco o écru con l'introduzione del colore.
Si dedicò, per tutta l'esistenza, anche alla pittura sia come acquerellista sia come esperto dell'arte dell'affresco, alcune sue opere sono tutt'oggi ben visibili in alcune vie del capoluogo isontino.
Iniziò l'attività di architetto intorno al 1955, partecipando insieme agli architetti Giordano Malni e Lidia Cinti Greggio al grande progetto della nuova sede centrale della Cassa di Risparmio di Gorizia.
La sua opera architettonica conta circa seicento lavori, che vanno a ricoprire una notevole quantità di interventi: dalla costruzione, al restauro, all’adattamento a nuove esigenze.
Tra le sue opere architettoniche più significative si devono ricordare: la prima casa multipiano della città (angolo Corso Italia via degli Arcadi), la palestra della Valletta del Corno, l’ampliamento e la sistemazione dell’interno del Palazzo Attems Santa Croce, oggi sede del Comune di Gorizia, e della Camera di Commercio, il restauro del mercato coperto, del Palazzo Lenassi, dell’Albergo «la Transalpina», della «Casa del Capitolo» in corte Sant’Ilario, della casa di riposo «Villa Verde» in via della Bona (appartenente alle suore di San Vincenzo) e del Convitto delle suore slovene della «Sacra Famiglia» in via don Bosco; la progettazione del nuovo oratorio della Parrocchia di san Rocco, delle case popolari a Sant’Andrea, del Palazzo «Isontina Alimentari», delle case degli esuli istriani in zona Sant’Anna e della stessa Chiesa Parrocchiale di Sant’Anna a Gorizia, della Chiesa Parrocchiale di San Marco Evangelista nel Villaggio del Pescatore, della Chiesa Parrocchiale di San Giuseppe Artigiano a Gorizia; la ristrutturazione dell’austro ungarica «Pensione da Sandro» in via santa Chiara Gorizia, della Pensione «Stella Maris», con l’annessa cappella, a Grado (sobria, funzionale e accogliente la pensione Stella Maris è un esempio mirabile del razionale utilizzo degli spazi e dell’esperienza pluridecennale nel campo del design di interni), della Chiesa Parrocchiale dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo di Gradisca d’Isonzo, del Presbiterio della Cattedrale di Gorizia, dell’antico presbiterio gotico annesso alla Chiesa Parrocchiale della Beata Vergine Assunta di Farra d’Isonzo e di un Monastero a Cividale; il rifacimento, secondo le nuove norme prodotte dal Concilio Vaticano II, dell’altare della Chiesa Parrocchiale di Giasbana dedicata alla Beata Vergine Ausiliatrice, della Chiesa Parrocchiale di San Floriano, della Cappella e della Sacrestia delle Madri Misericordiose Orsoline di Gorizia, della Chiesa Parrocchiale di San Dorligo della Valle, del Convento e della Cappella delle Suore della Provvidenza di via Vittorio Veneto, nonché la progettazione di due chiese in Congo.
Fu anche artefice del restauro di numerose antiche ville mitteleuropee in città e provincia: villa de Braunizer, villa De Baguer a Montesanto, villa Caneparo, villa dott. Milocco, villa dott. Zanei, villa Orzan, villa «Mulino» a Farra d’Isonzo, villa Ferluga a Cormòns, villa Macuz Ernesto e alcuni interni di Palazzo Coronini - Cromberg.
L’Architetto Guglielmo Riavis venne nominato Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica da Francesco Cossiga, per gli altissimi meriti acquisiti nel campo dell’architettura, e nel 1985 Papa Giovanni Paolo II lo insignì del titolo di Commendatore dell’Ordine di San Silvestro Papa.
Si spense il 10 settembre del 1987.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco
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