Immagine: Motivi fitomorfi policromi con due file centrali di perline in foglia d’oro, oltre ad una fascia inferiore monocroma con foglie d’acanto e trifogli, nelle lunette sopra il ciclo della Via Crucis (foto di di Giacomo Pantanali)
Gli spazi decorativi allogati tra le parti figurative e a copertura delle linee architettoniche rimanenti, della cappella del Redentore di Palazzo Cobenzl, furono affidati al pittore goriziano Clemente Del Neri (1865-1943) che li realizzò, sempre ad encausto, osservando «un programma iconografico e formale bilanciato fra una specie di arcaicismo neonazareno e tensioni proprie dello Jugendstil»: il repertorio, già impiegato a Lubiana, proveniva da «motivi presi da alcune sale del palazzo reale di Baviera» e, con buona probabilità, fu dettato direttamente da Attorner a Del Neri, come sembrerebbe confermare un bozzetto acquerellato con alcuni ornati e scritte in tedesco che si riferiscono alla loro collocazione.
Il pittore goriziano «ha altresì lavorato tutte le dorature che si trovano nelle pitture», usando l’oro zecchino a doppia foglia nell’ottica di un recupero fedele della tradizione bizantina e medievale che serviva ad infondere ulteriore sacralità alle pitture mediante il baluginìo dell’oro ai lumi tremolanti delle candele; alcuni anni dopo, nel 1905, egli riprenderà alcuni stilemi del pittore austriaco nella decorazione della cappella nell’Istituto goriziano delle povere suore scolastiche di Notre Dame, in particolare nel parapetto della cantoria.
L’intitolazione Hortus Paradisi, riferita alla cappella palatina goriziana, richiama le dorature e le decorazioni dell’oratorio medievale dei Santi Zenone Valentino in Santa Prassede a Roma, ma anche gli erbari medievali: si compone di un’accurata selezione di fiori, simboli e greche che compongono una vera e propria tappezzeria damascata policroma in cui predomina il linearismo e la bidimensionalità.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
|