Celso Macor nacque a Versa il 4 agosto 1925, da Antonio e Teresa Mucchiut.
Fin da giovanissimo iniziò a impegnarsi nel locale Circolo Ricreativo Sportivo Filodrammatico, con il quale mise in scena adattamenti e anche testi propri.
Dopo la maturità classica presso il Liceo «Dante Alighieri» di Gorizia insegnò cultura civica ai corsi E.N.A.L.C. del capoluogo, e dal 1962 si occupò dei servizi giornalistici del Comune di Gorizia fino a divenire Responsabile dell’Ufficio stampa e pubbliche relazioni.
Fu attivissimo pubblicista soprattutto come corrispondente da Gorizia e provincia del quotidiano romano «Il popolo» (1957 - 1962).
Scrisse centinaia di saggi e volumi di interesse storiografico e ambientale sul Friuli goriziano e Gorizia, sul Collio, sulle Alpi Giulie, sull’Isonzo, sul Torre, ma anche sull’alpinismo e sugli alpinisti: fu infatti grande rocciatore, e in particolare su Julius Kugy, alla riscoperta del quale diede un impulso determinante dedicandogli un contributo già nel 1966.
Nel pensiero di Macor la realtà della memoria riveste una funzione fondamentale, concretizzandosi sia in una pratica letteraria continuamente riferita alla storia, sia in un esercizio di testimonianza teso a scongiurare quella frattura tragicamente insanabile dovuta alla perdita dei legami con il passato.
Nel quadriennio 1961 - 65 fu consigliere provinciale, ma collaborò continuamente con numerose istituzioni quali il Centro Studi «Sen. Antonio Rizzatti», l’Istituto di Storia sociale e religiosa, l’Istituto per gli Incontri culturali mitteleuropei, di cui fu socio fondatore, la Società filologica friulana, l’Union Scritôrs Furlans, la Biblioteca statale isontina.
Ciò che ha conferito respiro al pensiero di Macor è indubbiamente l’esperienza del confine, associata alla consapevolezza di vivere in uno spazio geografico incerto: dalla riflessione sulla realtà marginale del Goriziano sono derivati uno sguardo politico lungimirante, una azione improntata al dialogo con i popoli vicini, una solida volontà di rinnovamento culturale, una tensione fattiva per la pace e per la valorizzazione delle diversità.
Numerosi i premi ricevuti per l’attività pubblicistica e letteraria; tra questi, il Premio «Epifania» di Tarcento (1988), il Premio «San Rocco» di Gorizia (1988), il Premio nazionale di poesia «Città di Thiene» (1990), il Premio letterario nazionale «Carnia» (1998). Tra i riconoscimenti più importanti, si ricorda l’Ehrenurkunde della città di Klagenfurt (1991). Negli anni Novanta i suoi scritti friulani sono stati presentati a Klagenfurt, al castello Metternich di Grafenegg e a Bleiburg.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco
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