Scriveva Giovanni Maria Marussig, sacerdote e confessore delle Clarisse, che già nel 1660 si ergeva una statua di legno con l'effigie del santo gesuita, poi sostituita dai più nobili e resistenti pietra e marmo, in quello che era ancora un giardino e che di lì a qualche decennio sarebbe divenuta la piazza principale della città.
Nei secoli ha osservato in silenzio i grandi e piccoli avvenimenti che si sono susseguiti nell'antico «Travnik». La statua aveva resistito a tutto ma non alla visita del Duce del 20 settembre 1938. Il 18 settembre Mussolini annunciò le leggi razziali a Trieste e il 19 posò la prima pietra dell'Università tergestina.
Il 20 settembre, su una Alfa Romeo scoperta, targata Roma, giunse a Gorizia e alle 10.15 tenne nella Piazza della Vittoria il discorso ufficiale. La statua era intanto stata rimossa nei primi giorni del mese di settembre in quanto, proprio durante il solenne comizio, avrebbe dato le spalle al Duce recando non poco imbarazzo alle alte sfere del partito locale.
Il Sant’Ignazio, infatti, si affacciava alla piazza e idealmente salutava il Monte Santo nel quale era custodita la sacra Effigie della Santa Vergine.
La statua di pietra ritrovò la sua collocazione originale successivamente alla ristrutturazione della piazza nel 2008.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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