Esaminando le mappe storiche di S. Rocco e della città osserviamo che nel secolo scorso il borgo risultava separato dalle formazioni edilizie cittadine e da Palazzo Lantieri da una vasta area agricola.
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L’utilizzazione della grande area come campo sportivo ha consentito di mantenere in parte questa separazione e di evitare che le formazioni edilizie della città si saldassero con altri edifici alle case ed agli isolati del borgo. Lo spazio libero del campo sportivo, soprattutto da quando è stato abbattuto il muro di recinzione che correva lungo la via Parcar e lungo il lato nord della piazza S. Rocco, ed è stato sostituito da una cancellata, consente di percepire dalla via Parcar e dalla piazza S. Rocco una suggestiva vista del Castello, del colle e del profilo degli edifici della parte più antica della città.
Dal punto di vista urbanistico, non si poteva trovare un’ubicazione più opportuna per le attrezzature sportive; questo fatto ha consentito di mantenere libera da edifici una vasta area all’interno delle formazioni urbane più antiche.
Nel primo dopoguerra, già prima della costruzione delle tribune, degli spogliatoi e del portale d’ingresso sulla via Baiamonti, nell’area si tenevano tornei sportivi ed in particolare partite di calcio. Sull’«Idea del Popolo» del I° giugno 1930 si riporta la cronaca dell’incontro di calcio tra la squadra locale ed il Nemzeti Sport Club, proveniente dall’Ungheria ed impegnato in un giro di tornei in Italia. Il 18 gennaio 1930 un articolista de «L’Isonzo», parlando dell’assorbimento da parte della Federazione Fascista dell’Ente Sportivo Provinciale, affermava che la «fascistizzazione» dello sport, era la condizione necessaria per lo sviluppo delle attività sportive e tale obiettivo poteva essere raggiunto attraverso la costruzione di campi sportivi e l’organizzazione di manifestazioni».
Era il preannuncio della realizzazione delle tribune del Campo Sportivo del Littorio, divenuto poi il Campo Sportivo Baiamonti, sede per lungo tempo di tutte le più importanti attività ginniche. L’opera, che, come è stato detto già precedentemente, funzionava per gare di atletica e tornei di calcio, venne completata con la costruzione della tribuna coperta, degli spogliatoi, dei servizi igienici, degli uffici e del bar, anche per l’interessamento del senatore Bombi, Podestà di Gorizia, che riteneva opportuno impiegare a tal fine i fondi del risarcimento dei danni di guerra per l’ex velodromo.
Bandita la gara-concorso, il progetto venne affidato all’ing. Ghira; l’Ufficio Tecnico comunale ne curò l’esecuzione, che venne conclusa nel breve periodo di soli tre mesi.
L’impianto sportivo era dotato oltre che dal campo di calcio anche di una pista per corse podistiche e ciclistiche, nonché di aree per lo svolgimento delle varie attività di atletica leggera. Un rilevato in terra verso il lato est del campo poteva accogliere gli spettatori, oltre ai 700 posti a sedere ricavati nella tribuna.
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Negli anni ’30 e ’40 l’impianto ospitò oltre alle gare sportive anche grandi manifestazioni ginniche in occasione delle varie ricorrenze che il regime voleva venissero celebrate con ampia partecipazione di pubblico.
Nel secondo dopoguerra, il campo sportivo del Littorio, divenuto più semplicemente «Campo sportivo Baiamonti», continuò ad ospitare tutte le principali manifestazioni sportive cittadine, fino al momento in cui non fu sostituito dal nuovo complesso sportivo della Campagnuzza.
Nel 1979 l’Amministrazione comunale decise di procedere alla ristrutturazione del complesso di via Baiamonti per adattarlo alle esigenze di un impianto sportivo di quartiere. Venne predisposto da parte dell’Ufficio Tecnico comunale un progetto generale che prevedeva oltre alla ristrutturazione degli impianti esistenti (campo di calcio, corsie di atletica, ecc.), anche la realizzazione di nuove attrezzature ed impianti per tenere conto delle richieste formulate dal Consiglio di quartiere. Si trattava di un campo di pattinaggio a rotelle, di campi da tennis, pallavolo e pallacanestro e di sistemazioni a verde.
L’area interessata dai nuovi impianti era quella che si attesta sulla piazza S. Rocco, e che fino a quel momento era stata utilizzata quasi esclusivamente per la sagra di S. Rocco.
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Il progetto generale, che è stato più volte aggiornato e modificato, venne attuato per lotti; il primo lotto che prevedeva oltre all’acquisizione del terreno, la realizzazione della pista di pattinaggio, (che oggi viene utilizzata nella sagra come pista da ballo in sostituzione del tradizionale «brear»), la costruzione dell’edificio per i servizi e la sistemazione del verde.
Il primo lotto venne collaudato nel 1982 ed il secondo lotto, con il quale sono stati sistemati anche le tribune ed il portone d’ingresso ed è stata realizzata l’area di gioco per i bambini, venne completato nel 1987. Insieme al Centro sociale Polivalente, il Baiamonti è dotato di un’area di parcheggio pubblico, realizzato nel settore nord della vasta area in adiacenza al parco del Palazzo Lantieri, area che un tempo risultava delimitata, lungo la via Baiamonti, da un alto muro di recinzione.
È stata una scelta oculata quella di ristrutturare gli impianti senza eliminare o alterare le strutture della tribuna coperta e del portale d’ingresso. Si tratta infatti di un’opera dotata di un indubbio valore architettonico, sia per la copertura in c.a. della tribuna formata da grandi ali a sbalzo, sia per il disegno della facciata della tribuna e degli spogliatoi, caratterizzati dalle scansioni della pilastratura, dalle decorazioni delle balaustre e, nella facciata interna, dalla conformazione del portale d’ingresso nel campo degli atleti.
Come altre opere realizzate nel primo dopoguerra a Gorizia, anche questa, soprattutto nelle decorazioni arieggia all’«Art Decò».
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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