Per l’interessamento del parroco di San Rocco don Carlo de Baubela, nell’aprile del 1898, su progetto dell’ingegner Giovanni Prisco (1834 – 1904), ebbero inizio i lavori di abbellimento della facciata della chiesa che prevedevano una scrupolosa osservanza dell’ordine architettonico ionico. Il progetto contemplava anche una nicchia destinata ad accogliere la statua di San Rocco. Questa fu realizzata nel laboratorio degli scultori G. Fiaschi e F. Dazzi di Carrara.
La facciata della chiesa in stile ionico fu ultimata nell’agosto del 1899 dal goriziano Giovanni Brisco e venne restaurata dopo la prima guerra mondiale dall’impresa Silli Francesco di San Rocco.
Poco si sa della struttura originaria della Chiesa e della sua facciata. La facciata del rinnovato tempio presentava un’ampia vetrata a mezza luna la quale, dopo oltre due secoli, e precisamente nel 1867, essendo curato don Bartolomeo Strechel, venne murata a seguito di insistenze da parte degli addetti alla cantoria; al suo posto il pittore Goriziano Filippo Pich (1806 – 1879) dipinse un affresco raffigurante San Rocco contornato da arabeschi. Il Pich era noto in città per altre effigi sacre realizzate sulle facciate di case goriziane fra le quali quella (oggi sostituita da altra figura) sulla casa situata al numero 1 di via Ottaviano Parcar fatta eseguire da Pietro Lasciac e raffigurante i Santi titolari dei figli Pierina, Antonio e Francesco Saverio, con la Madonna della Neve.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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