Ha svolto la sua attività ad Alessandria d’Egitto, Roma, Il Cairo
Antonio Lasciac nasce il 21 settembre 1856 a Gorizia in Borgo San Rocco, figlio di Pietro conciapelli residente in via Parcar 3 e di Giuseppina Trampus.
Dopo aver studiato nella città natale si laurea al Politecnico di Vienna.
Sposatosi con Maria Plesnizer vive per un certo periodo a Roma e a Napoli dove incomincia ad estrinsecare il suo talento e ad acquisire fama.
Diviene membro della più antica accademia di architettura in Roma, la famosa Accademia di San Luca.
Collabora con diversi periodici, sia artistici che tecnici, italiani ed austriaci.
Sul finire del secolo lo vediamo impegnato assieme ad Alessandro Pich ed Emilio Pelican alla elaborazione dei primi progetti della grandiosa chiesa del Sacro Cuore di Gorizia.
Un suo progetto è datato Roma 28.3.1891 (dopo l’inizio della costruzione l’edificio rimane incompiuto e verrà completato dopo quasi quarant’anni dall’architetto Max Fabiani).
Nel 1894 disegna la nuova facciata per la chiesa di S. Rocco.
Nel 1897 si stabilisce al Cairo dove nel 1907 verrà nominato Architetto in Capo dei Palazzi Khedivali, con la qualifica onorifica di “bey".
Nei primi anni del ‘900 dona al borgo natìo il progetto (1908) della fontana-obelisco che ricorda gli obelischi viennesi della Franzensbrucke, che sostituirà la vecchia fontana divenuta indecorosa della piazza San Rocco.
Risale allo stesso periodo (1909) la costruzione per proprio conto di una villa d’impronta islamizzante sulle pendici del Rafut.
Sono sue alcune proposte (inserite nello studio di piani regolatori di Gorizia) per il collegamento della stazione “Transalpina” alla città (1906), ottime proposte che però non avranno seguito.
Varcata la sessantina, dopo la prima guerra mondiale, durante la quale rientra temporaneamente in Italia, inizia il periodo d’oro della sua attività di architetto con la progettazione e relativa realizzazione di numerosi palazzi a carattere monumentale al Cairo, ad Alessandria d’Egitto e a Costantinopoli.
Muore a Il Cairo il 26 dicembre 1946.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco
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