L’impulso iniziale si ebbe nel 1906 quando, per volontà della locale Società di Abbellimento “Progresso” presieduta da Giuseppe Pincherle, nacque un Comitato Pro fontana di San Rocco capeggiato dall’ing. Rocco Sbuelz. Lo scopo principe del Comitato era quello di sostituire l’indecoroso manufatto quadrangolare, chiamato “casson” che a sua volta aveva soppiantato l’antico pozzo, detto “poz dal patriarcha, dal quale le borghigiane erano solite attingere l’acqua per il fabbisogno domestico, non esistendo ancora impianti idrici nelle case private.
Il progetto della fontana, rientrante in un piano generale di riqualificazione della piazza, fu affidato al borghigiano arch. Antonio Lasciac che accettò in modo disinteressato di elaborarlo e di farne omaggio al suo amato borgo.
Il costo dell’opera fu calcolato in 4.000 corone che vennero raccolte tramite una serie di donazioni (il Municipio con 1.200 corone, la Dieta provinciale con 1.000 corone, i borghigiani e la società promotrice con 900 corone).
Il progetto datato 28 agosto 1908 ottenne l’approvazione del Municipio il 14 novembre dello stesso anno. Lo scalpellino Goriziano Francesco Podbersig si occupò della creazione del monumento che venne collocato i primi giorni di aprile del 1909 nello stesso sito in cui prima trovava sede il “poz”. La solenne inaugurazione avvenne domenica 25 aprile 1909 in un clima di grande festosità […]
Anche se venne arretrata di circa dieci metri dal luogo originario, tra la fine del 1968 e il marzo del 1969, la fontana di Antonio Lasciac è ancora oggi ben situata al centro della piazza di Borgo di San Rocco e ne caratterizza in modo inequivocabile l’aspetto.
La fontana è alta 8 metri e 10 centimetri ed è composta da tre parti principali: il basamento, le vasche e l’obelisco. […] il basamento, di forma ellissoidale, si sviluppa in altezza per tre gradini ed è realizzato in pietra del Carso. La parte centrale è invece costituita da un parallelepipedo, sempre in pietra del Carso, su cui si innestano due vasche di forma emielissoidale richiamanti il basamento.
La decorazione è sobria e misurata essendo costituita da una leggera voluta sotto le vasche e da una delicata decorazione vegetale a rami di alloro intrecciati in corrispondenza delle bocche della fontana e lievemente più basso per gli altri due lati.
L’obelisco finale, poggiato su di un parallelepipedo in scala ridotta richiamante nella decorazione quello sottostante, si pone a coronamento del monumento con la sua forma leggermente rastremata che si chiude in una cuspide alla sommità, quasi a simboleggiare una freccia che si protende verso il cielo.
Questo doveva provenire inizialmente dall’Egitto come dono del Lasciac e doveva essere in granito nubiano di colore rosso (o giallo, le notizie sono discordanti), ma poi per motivi non ben chiari si optò per uno identico per forma e misura ma in pietra del Carso.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco |
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