Ha svolto la sua attività a Montona (Istria), Strigno (Valsugana), Volosca (Istria), Gorizia, Grado, Lubiana
Figlio di Giuseppe Filippo Maria Rubbia di Gorizia e di Caterina Kofler di Villaco, Corrado nacque a Villaco (Austria) il 3 maggio 1858, secondogenito di nove figli.
La famiglia, dopo aver abitato per un decennio a Villaco e a Udine, si trasferì a Gorizia.
Dell’infanzia di Corrado non si sa molto, risulta però aver frequentato dal 1870 la Scuola Reale Superiore a Gorizia, dove diede l’esame di maturità nel 1876. Quindi frequentò un anno di Politecnico a Vienna, e poi la scuola Superiore per la coltura del suolo (triennio, sezione forestale) sempre a Vienna, terminando così nel 1880.
Nell’agosto 1880 venne assunto in servizio dalla Direzione Forestale di Gorizia quale Aiutante Forestale, con sede di servizio a Montona (Istria).
Nella sua carriera ebbe varie promozioni, dall’XI Classe di rango arrivò, al termine del Servizio sotto l’Austria, fino alla V Classe; ebbe anche vari trasferimenti che comportarono incarichi sempre più elevati.
Nel gennaio 1894 Rubbia venne trasferito a Gorizia e la famiglia andò a vivere in via Barzellini 6 e poi al numero 8; l’anno seguente nacque l’ultima figlia, Laura Clotilde (1895-1976).
L’impegno di Rubbia nel campo forestale gli portò altre promozioni e riconoscimenti. Nel luglio 1901 il Ministero dell’Agricoltura lo promosse a Commissario Superiore Forestale con l’VIII Classe di rango.
Suo il merito del sistema adottato per il consolidamento e rimboschimento delle dune di Grado.
Venne scelta per prima la duna mobile della località Combatto dei Monti della Rotta, avente una superficie di 65 ettari. Dune di antichissima formazione, molto estese, circondavano Grado da San Pietro al Canale di Primero proteggendo i fondi coltivati e le case coloniche, ma a causa dell’esagerato asporto della sabbia per scopi edilizi, si pervenne ad una parziale distruzione, accelerata poi anche dall’influsso delle onde e dei venti. Per il loro consolidamento l’ingegner Rubbia adoperò le alghe marine che vennero posizionate in cordoni paralleli, perpendicolari al vento dominante (la bora), e poi ricoperti di sabbia.
Sulle dune elevate e quindi più aride vennero piantate acacie, sulle dune pianeggianti invece, pini di varie specie (Pinus marittima, P. paroliniana, P. halepensis, P. pinea) e larici.
Nelle depressioni umide non esposte ad allagamenti invece pioppi, ontani, frassini, nei fondi soggetti ad infiltrazioni d’acqua tamarici e platani. Sia a scopo d’esperimento ma anche estetico vennero piantate conifere e latifoglie particolari delle quali Corrado Rubbia fece un elenco particolareggiato.
Tali esperimenti durati più anni diedero un esito positivo per le conifere, mentre si constatò che le latifoglie, ad eccezione dei pioppi, sopportavano male i geli e la salsedine.
Fra il 1906 ed il 1912 i lavori si limitarono alla conservazione delle opere culturali ed idrauliche. I lavori di imboschimento delle dune, lagune, ma anche delle paludi della Bassa friulana (terreni paludosi di Aquileia) proseguirono negli anni e vennero descritti nelle varie relazioni tecniche dell’ingegnere.
Il 19 dicembre 1905 Corrado Rubbia, alto commissario per le risorse forestali, ricevette come riconoscimento per i suoi meriti da Sua Maestà Imperiale il titolo di Cavaliere dell’Ordine di Francesco Giuseppe.
Nell’aprile 1906 egli venne nominato Consigliere e Ispettore Forestale Provinciale della Carniola con sede a Lubiana. Lasciò la città e si trasferì a Lubiana con la famiglia.
Rimase a Lubiana durante il periodo bellico, ma dopo la caduta dell’Impero Austro-ungarico ritornò a Gorizia dove abitavano altri membri della sua famiglia di origine, andando ad abitare prima in via Barzellini 12, poi in via Dante 8 e nel 1923 in via Parcar 2, in borgo San Rocco, in quell’edificio ormai ristrutturato dopo la prima guerra mondiale.
Persona sempre attiva, con grande esperienza e capacità in campo della forestazione, non si volle fermare in quegli ultimi anni che gli mancavano per andare in pensione.
I suoi ultimi anni di vita li trascorse nella casa di via Parcar 2, in questa città di Gorizia, terra dei suoi avi, tenendosi sempre in contatto con ex colleghi e amici e dove morì il 17 luglio 1931.
Dalla produzione editoriale del Centro Tradizioni di Borgo San Rocco
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